
Per decenni Israele ha negato ai palestinesi i diritti fondamentali quali libertà, uguaglianza e auto-determinazione attraverso la pulizia etnica, la colonizzazione, la discriminazione razziale e l'occupazione militare.
Nonostante le molteplici condanne da parte dell'ONU e di altri corpi internazionali tra i quali diverse organizzazioni per i diritti umani, la comunità internazionale non è riuscita a ritenere Israele colpevole e a garantire il rispetto dei diritti fondamentali. I crimini di Israele a danno dei palestinesi sono continuati impunemente.
Alla luce di questo fallimento, la società civile palestinese si è appellata alla responsabilità mondiale. Il 9 luglio 2005, un anno dopo lo storico parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che ha giudicato illegale il Muro costruito da Israele nei territori Palestinesi occupati, la maggioranza della società civile palestinese ha lanciato un appello a tutte le persone di coscienza affinché iniziassero il boicottaggio e il disinvestimento nei confronti di Israele e ne chiedessero le sanzioni fino al completo riconoscimento dei diritti del palestini e il rispetto delle leggi internazionali.
La campagna BDS richiede che vengano rispettati questi punti fondamentali:
- fine dell'occupazione e della colonizzazione di tutte le terre occupate dal giugno 1967 e smantellamento del muro;
- riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini arabo-palestinesi di Israele fino ad ottenere una completa uguaglianza;
- rispetto, protezione e promozione dei diritti dei profughi palestinesi e del loro diritto al ritorno nelle loro case come sancito dalla Risoluzione ONU 194.
Il BDS è stato sposato da oltre 170 tra partiti politici palestinesi, organizzazioni, sindacati e movimenti. I firmatari sono profughi, palestinesi dei territori occupati e palestinesi cittadini israeliani.
Il Boicottaggio riguarda sia i prodotti e le compagnie (israeliane e internazionali) che traggono profitto dalla violazione dei diritti dei palestinesi sia le istituzioni sportive, culturali e accademiche di Israele. La campagna chiede ai consumatori di non acquistare prodotti israeliani e alle compagnie di non acquistarne né venderne.
Le istituzioni accademiche e culturali contribuiscono direttamente al mantenimento e alla difesa dell'oppressione dei palestinesi, perché Israele tenta deliberatamente di aumentare la sua immagine a livello internazionale attraverso collaborazioni accademiche e culturali.
Il boicottaggio accademico, artistico e culturale chiede agli artisti di non collaborare con Israele: come conseguenza, un sempre crescente numero di artisti rifiuta di esibirsi in Israele.
Il Disinvestimento ha lo scopo di colpire le corporazioni complici delle violazioni dei diritti dei palestinesi e di garantire che i finanziamenti come quelli universitari non vengano utilizzati per finanziare queste compagnie. Questi sforzi servono per aumentare la consapevolezza circa la realtà delle politiche di Israele e incoraggiare le imprese a usare la loro influenza economica come pressione su Israele per porre fine alla negazione sistematica dei diritti dei palestinesi.
Le Sanzioni rappresentano uno strumento essenziale per dimostrare la propria disapprovazione per le azioni di un paese. L'appartenenza di Israele a vari forum diplomatici ed economici gli fornisce sia una immeritata fama di rispettabilità sia un sostegno materiale per poter protrarre i suoi crimini. Chiedendo sanzioni contro Israele, gli attivisti cercano di responsabilizzare la società rispetto alle violazioni del diritto internazionale per cercare di porre fine alla complicità di altre nazioni in queste violazioni.
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