Il compagno Khaled Barakat, coordinatore internazionale della Campagna per la Libertà di Ahmad Sa'adat, ha affermato che vi è un urgente bisogno di intensificare le azioni in solidarietà con i prigionieri palestinesi, soprattutto a seguito degli attacchi subiti dai prigionieri nel carcere di Nafha.
“L'attacco comprendeva di invadere le celle dei prigionieri ed isolarli, trattamento subito anche dal compagno Ahmad Sa'adat, Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e uno dei principali leader nazionali palestinesi”, ha dichiarato Barakat, “i prigionieri palestinesi chiedono mobilitazioni, dobbiamo ascoltare la loro chiamata”.
Barakat ha evidenziato la recente dichiarazione di Sa'adat che chiede di intensificare gli sforzi internazionali per boicottare Israele. “Il movimento globale per il boicottaggio e l'isolamento a livello internazionale dell'occupazione a tutti i livelli - culturale, accademico, economico, politico e militare - è fondamentale per sostenere le richieste dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, a cui vengono negati i diritti fondamentali, tra cui persino le visite dei familiari - che rappresenta un attacco esteso alle famiglie dei palestinesi”.
"Quando l'occupazione nega il diritto di ricevere visite ai prigionieri da parte dei familiari stiamo discutendo di uno dei più fondamentali tra i diritti umani e si connette col chiaro tentativo di isolare i prigionieri palestinesi. Possiamo immaginare la dura situazione che i prigionieri palestinesi sono costretti ad affrontare oggi considerando il lungo elenco dei diritti fondamentali che vengono loro confiscati. Il compagno Sa'adat non ha visto alcuni dei suoi figli per oltre nove anni. Inoltre gli è stato negato persino di tenere in braccio suo nipote da bambino”.
“Purtroppo, l'Autorità Nazionale Palestinese non riesce più a rivolgersi al fronte politico palestinese e ad affrontare le criticità dei prigionieri. Non riusciamo a capire perché le legittime richieste dei prigionieri non vengono sollevate in seno alle Nazioni Unite e ai forum internazionali dai cosiddetti rappresentanti del popolo palestinese. Essi stanno fallendo tutte le loro responsabilità”.
“Osserviamo anche il silenzio dalle principali istituzioni internazionali per i diritti umani. Perché un prigioniero politico palestinese deve sentirsi costretto ad intraprendere uno sciopero della fame per decine di giorni, mettendo in serio pericolo la propria vita, al fine di ricevere una semplice dichiarazione di solidarietà?”, si chiede il compagno.
Barakat infine saluta la vittoria del prigioniero Khader Adnan, che è riuscito ad ottenere la sua liberazioni alcuni giorni fa a seguito della sua lotta, e tutti i detenuti palestinesi in sciopero della fame, tra cui Muhammad Allan e Uday Isteiti che attualmente portano avanti uno sciopero da oltre 42 giorni. “Salutiamo tutti gli sforzi e le azioni di solidarietà organizzate in Palestina, in Libano e nel resto del mondo da parte del popolo palestinese e dei sostenitori della giustizia e diritti dei palestinesi. Ora è il momento di intensificare le azioni e di accrescere la voce della solidarietà, in modo che questi attacchi contro Sa'adat ed i suoi compagni di prigionia non restino impuniti per l'occupazione”.
Fonte: Campaign to Free Ahmad Sa'adat
Traduzione a cura di PalestinaRossa
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