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Comunicato in Solidarietà ai Compagni Antifascisti Milanesi

Il 25 aprile 2018 a milano, durante il corteo partigiano che ricorda e festeggia la liberazione dell’italia dal fascismo e dalle truppe di occupazione nazi-fasciste, un gruppo di attivisti ha esplicitamente contestato la presenza nel corteo delle bandiere dello stato sionista di israele. Le bandiere, sventolate dalla “brigata ebraica”, simboleggiavano il cosiddetto (cit.) “sdoganamento del sionismo”. Rappresentanti dello stato sionista hanno partecipato al corteo a partire dal 2004anno in cui l’esercito israeliano di occupazione uccideva 820 palestinesi. Cinque delle persone che hanno protestato contro i rappresentanti dello stato occupante sono stati accusati di minacce, lancio pericoloso di oggetti, resistenza a pubblico ufficiale e incitamento all’odio razziale.

L’attacco di cui sono vittime i compagni di milano, accusati di istigazione all’odio razziale, è figlio di una retorica che fa molto presa in occidente, quella di etichettare qualsiasi critica allo stato sionista di israele come antisemita. E’ giusto spiegare che le critiche a questo stato nulla hanno a che vedere con la lingua, l’etnia o la religione delle persone che lo abitano, quanto con la natura fascista e discriminatoria del suo governo e delle sue istituzioni.

A riguardo, è quantomai necessario sottolineare che la nascita della suddetta nazione è frutto di una dichiarazione unilaterale avvenuta nel 1948 in seguito ad un indicibile numero di massacri ed espropri ai danni delle popolazioni autoctone locali, quasi interamente semite. Con questo termine infatti, si intende originariamente il ceppo di popolazioni che abitava una vasta zona di vicino oriente di cui il “mandato britannico della palestina”, nato dalla spartizione franco-inglese dell’impero ottomano e poi etnicamente segregato dai sionisti, faceva parte. Contrariamente, molti dei partecipanti al primo congresso sionista del 1897, tra cui diversi cristiani europei, simpatizzavano per le posizioni antisemite e vedevano nella nascita di tale movimento un imperdibile occasione per poter espellere in maniera indolore una parte dei semiti europei, quelli di religione ebraica.

Di fatto, le accuse mosse contro i compagni parlano chiaro sulla vera natura della “democrazia di israele” che – complice l’accondiscendenza internazionale – mette a tacere chiunque osi far presente che quello che sta avvenendo ai danni degli indigeni palestinesi non è accettabile. Nel caso specifico, a subire la feroce repressione istituzionale sono coloro che hanno osato far presente che in un corteo che celebra la liberazione dal fascismo, i rappresentanti di uno stato che nella quotidianeità viola buona parte degli ideali fondanti della lotta per la liberazione, non sono i benvenuti.

Questa presa di posizione puo’ essere di difficile comprensione per chi è abituato all’informazione dei media principali, nella quale lo stato sionista viene descritto come l’unica democrazia del medio oriente; uno stato in cui i diritti civili e la libertà individuale sono messi al primo posto. La realtà pero’ è molto lontana da questa narrazione e racconta di violazioni quotidiane dei diritti umani, violenze, sfruttamento lavorativo, embargo totale, usurpazione delle terre, distruzione delle abitazioni, negazione della libertà di espressione e detenzioni carcerarie ingiustificate e arbitrarie. Una quotidianeità che ci riporta a cio’ che è stato in italia il periodo da cui, proprio grazie alla lotta partigiana celebrata il 25 aprile, ci siamo liberati.

Che israele sia uno stato segregazionista e razzista non è una supposizione ma un dato di fatto, che da luglio 2018 può anche leggersi nero su bianco nella legge sullo stato nazione sionista, che declassa i cittadini arabi allo status di cittadini di serie B rispetto agli ebrei, già segregati al loro interno come raccontano le discriminazioni nei confronti degli ebrei etiopi

Tuttavia israele ancora si avvale della complicità delle istituzioni politiche ed economiche internazionali, che lo vedono come un partner fondamentale per cio’ che riguarda in primis il commercio di armi e dispositivi per la difesa dei confini della fortezza europea. Risulta evidente quindi, come  l’accusa di antisemitismo ed incitamento all’odio razziale sia strumentalizzata e pretestuosa. Queste accuse diventano ancora piu gravi quando ad essere accusati/e sono compagni/e che quotidianamente praticano antifascismo militante, cercando di scardinare proprio la discriminazione razziale, economica e di classe che caratterizza la società di oggi, schiava delle dinamiche di sfruttamento capitaliste.

Se le convenzioni internazionali e le costituzioni, cui tanto ci si appella quando fa comodo, sono state scritte per una ragione, essa è spingere persone come noi all’azione, affinché mai più si ripetano gli orrori del passato. In questo senso, far sentire la nostra voce e resistere ad ogni forma di oppressione, razzismo e apartheid diventa un obbligo non soltanto morale ma anche legale. Ribadiamo la nostra solidarietà ai compagni di milano ed il nostro supporto nella lotta contro un regime che quotidianamente abusa della popolazione impoverita, provata e sfruttata che tiene sotto occupazione militare e civile.

LA SOLIDARIETÀ NON SI ARRESTA!
 

Rete Italiana ISM
Compagne e compagni di torino
Comitato BDS Trieste

 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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