Il 5 giugno segna i 50 anni dalla sconfitta del 1967, che ha avuto tra i suoi più importanti risultati, il completamento dell’occupazione del resto della Palestina, come anche delle alture del Golan siriane e del Sinai egiziano.
Questa occasione ha approfondito il concetto di sconfitta e la sua implicazione nel pensiero e nella pratica arabe e ha scatenato numerosi sforzi e progetti di insediamento politico sotto il pretesto di risolvere il conflitto arabo-sionista.
La sconfitta del 5 giugno conferma la natura e l'essenza del progetto sionista e le sue aspirazioni per l'espansione, l'egemonia e l'occupazione di una zona centrale della regione araba. Questa occupazione include progetti sionisti e dei suoi partners e alleati colonialisti e imperialisti, che condividono obbiettivi, intenzioni e ambizioni nel mondo arabo, incluso il saccheggio delle sue risorse, garantendone la frammentazione e il continuo sottosviluppo.
Ha anche evidenziato la debolezza situazione araba complessiva, intensificando le contraddizioni di tale situazione. Nonostante tutti questi fattori, ha anche aperto la porta all'intensificazione e all'escalation del movimento di resistenza palestinese e la sfida popolare di fronte all'aggressione coloniale.
Questa intensificazione e escalation della resistenza del popolo palestinese e la reazione con cui gli arabi hanno risposto, contemporaneamente al progetto sionista e ai suoi obbiettivi di espansione, dimostra che il conflitto globale contro il nemico sionista come la lotta per l’esistenza non è soltanto tra il popolo palestinese e questo nemico, ma in sostanza è un conflitto tra la nazione araba (nella sua unità) e il progetto sionista.
Quest’ultimo mira infatti alla dipendenza, alla subordinazione e alla frammentazione di questa nazione e della patria araba e il continuo saccheggio delle risorse e delle ricchezze, garantendo la sicurezza e la stabilità dell’occupazione israeliana e la sua continua superiorità tecnologica e il suo progresso.
Alle masse palestinesi e arabe…
Nonostante siano passati 50 anni dalla sconfitta, continuiamo a subire i suoi effetti molto chiaramente. Riguardo al progetto sionista, vediamo la continua occupazione della Palestina e di altre terre arabe, nonostante numerose risoluzioni internazionali che non riconoscono l’occupazione e chiedono il ritiro. In pratica, la colonizzazione della terra è continuamente aumentata da quel momento. I leader del progetto sionista hanno continuato il terrorismo e la pulizia etnica iniziata prima del 1948 contro il popolo palestinese e i suoi eserciti e aeromobili hanno continuato i loro attacchi nei paesi Arabi.
Il loro sostegno alle forze reazionarie ed estremiste cerca di aggiungere nuovi conflitti e costi alla situazione araba, che soffre a causa della divisione, debolezza e frammentazione del tessuto nazionale e sociale. Questo è in accordo con le guerre aperte e segrete che stanno aggravando tutto con la continua erosione e esaurimento del corpo arabo per mezzo della violenza e pressione politica, economica e militare al fine di imporre quasi totale compiacenza prima del progetto imperialista. Alla luce degli attuali attacchi americani-sionisti, del colonialismo e dell’occupazione, noi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sottolineano:
Innanzitutto, il rifiuto dei risultati politici e militari della sconfitta di giugno e tutti i disperati tentativi di condurre la lotta arabo-sionista alla porta delle così dette “pacifiche soluzioni dell'insediamento” che dipendono dal riconoscimento della legittimità dell’entità sionista e la sua esistenza, da Camp David attraverso gli Accordi di Oslo e Wadi Araba.
Noi rifiutiamo tutti i tentativi di normalizzazione tra gli stati Arabi e il nemico sionista, parte di un apparente tentativo di cancellare la natura essenziale della lotta. Questo è un conflitto tra, da una parte, i poteri imperialisti, il progetto sionista e lo strumento “occupazione israeliana”, e dall’altra parte, l’intera nazione Araba.
Questa lotta è per la liberazione dell’intera terra di Palestina e il ritorno del suo popolo sfrattato agli angoli della terra attraverso un sistematico sradicamento e una pulizia etnica, e per la liberazione del popolo Arabo e il controllo del loro destino, ricchezze e risorse, sulla strada per lo smantellamento dello stato sionista, uno stato di occupazione, l’aggressione e lo stato di guerra permanente contro il popolo Palestinese e Arabo.
Secondariamente, il rifiuto del così detto Arabo-Americano-Stato-islamico nel Riyadh e dei suoi risultati, che tendono a distorcere la principale contraddizione nella regione con il progetto sionista e lo stato israeliano e spostare il conflitto contro l’Iran per mezzo della formazione della così detta alleanza “sunnita” israelo-americana. Questo è un tentativo di adattare la politica araba alle esigenze del progetto imperialista e sionista e confermare il dominio dello stato sionista nella regione. Essa mira inoltre a classificare le forze di resistenza araba e palestinese, che sono state descritte in questo vertice, nelle parole del presidente americano Donald Trump come “terrorismo”.
Terzo, il confronto tra i risultati di questo vertice con la più ampia alleanza araba ufficiale e popolare, che unisce tutte le forze progressiste arabe che lottano per la liberazione e la libertà dall’imperialismo e dal sionismo nella regione. Questa lotta richiede l’attivarsi del ruolo del fronte progressivo arabo basato su strategie e tattiche chiare e pianificazione globale.
Quarto, La conclusione di tutte le relazioni Palestinesi e arabe sulla via dei così detti negoziati, che hanno dimostrato, attraverso l’esperienza, di essere dolorosi, dannosi e completamente fallimentari nel raggiungere gli obbiettivi arabi e palestinesi. Qualsiasi affidamento su un ruolo positivo svolto da Trump conferma la continua coltivazione di illusioni e perdita di scommesse. Questa amministrazione ha lo scopo di continuare e intensificare la politica strategica della amministrazione americana, strutturata per assicurare la sicurezza, la stabilità, il progresso e la superiorità tecnologica e militare della occupazione sionista. Pertanto, si sforzerà solo di imporre una soluzione politica conforme a una visione Usa / Israele.
La nostra scelta è quella del popolo palestinese, la resistenza e la lotta per la liberazione nazionale e la conclusione di tutte le forme di negoziati assurdi con il nemico sionista. Questo include il pieno impegno nei confronti delle risoluzioni del Consiglio Palestinese Centrale e del Comitato Esecutivo dell’OLP, inclusa la fine dei negoziati e del coordinamento della sicurezza con occupazione, sulla strada di una pausa completa con gli accordi di Oslo, le sue conseguenze politiche ed economiche e i suoi disastrosi impatti sulla lotta di liberazione Palestinese e i nostri diritti.
Quinto, privilegiando il fascicolo di riconciliazione palestinese e intraprendendo un duro lavoro per porre fine alla divisione. Questo inizia con la fine di tutte le azioni intraprese contro la Striscia di Gaza e la risoluzione collettiva della questione del comitato di amministrazione e l'attuazione di accordi di riconciliazione. Questo inoltre include la ricostruzione e il ripristino delle istituzioni nazionali palestinesi, particolarmente l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, alla base delle fondazioni nazionali e democratiche.
Non è accettabile trattare queste istituzioni come un luogo di esclusività, dominio e monopolio, e invece è fondamentale aprire il campo ampiamente per tutte le forze, le istituzioni e gli strati sociali per partecipare alla gestione degli affari nazionali palestinesi.
In Sesto luogo, i nostri saluti e apprezzamenti ai prigionieri coraggiosi e alla loro lotta per la libertà e la dignità che hanno combattuto per 41 giorni di stomachi vuoti, affrontando l’occupazione e la sua inumana politica. Noi affermiamo il nostro pieno e continuo supporto per la lotta dei prigionieri fino alla libertà, alla liberazione e al ritorno del nostro popolo alle loro case, terre e alla loro patria.
Gloria al popolo Palestinese, alle nazioni arabe e all'eroica resistenza!
Gloria ai martiri e libertà per i prigionieri!
La vittoria è inevitabile
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
5 giugno 2017
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