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Distributore in Giappone abbandona azienda israeliana a causa delle sue pratiche illegali

DaitoCrea, l'agente generale in Giappone per Ahava Dead Sea Laboratories, ha annunciato sul proprio sito web che non avrebbe più distribuito i prodotti di Ahava fabbricati nell'insediamento israeliano illegale di Mitzpe Shalem in Cisgiordania, come scritto nel  comunicato rilasciato Lunedì 31 gennaio 2012  dal Forum Palestina Giappone.

Ahava è una azienda israeliana di prodotti cosmetici, con sede di produzione in un insediamento illegale in Cisgiordania, oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale dal 2009 a causa delle sue pratiche illegali.

L’impianto produttivo, il centro visitatori e centro di ricerca di Ahava si trovano nell'insediamento di Mitzpe Shalem in Cisgiordania . Tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati Palestinesi  della Cisgiordania, compreso Mitzpe Shalem, sono illegali secondo il diritto internazionale, secondo la Corte Internazionale di Giustizia, le Nazioni Unite, e le organizzazioni umanitarie  per i diritti umani  israeliane e internazionali.

"Questa decisione è il risultato diretto di una campagna concertata dal Forum Palestina Giappone a partire dal 2010 per informare Daito Crea e i consumatori giapponesi circa le  pratiche illegali di Ahava. Gli attivisti hanno scritto lettere, hanno organizzato una campagna sui social media, e alla fine hanno ottenuto una riunione incontro con Daito Crea, " si legge nella dichiarazione.

Una volta che l'agente giapponese è venuto a  conoscenza dei problemi giuridici ed etici, connessi ai prodotti di  Ahava,  ha cominciato ad adottare misure atte a  tagliare i legami con tale società.

I profitti di Ahava sovvenzionano Mitzpe Shalem e l'insediamento di Kalia, entrambi co-proprietari della società . Inoltre, Ahava ottiene il fango utilizzato nei suoi prodotti dalle spiagge occupate del Mar Morto in diretta violazione della Convenzione di Ginevra che vieta il saccheggio delle risorse naturali nei territori occupati.

Oltre alle azioni  dirette a  DaitoCrea, i membri del Forum Palestina Giappone hanno incontrato anche l’Ente Governativo per i Diritti dei Consumatori, il Ministero delle Finanze e il Ministero degli Affari Esteri e li hanno informati che i  guadagni di Ahava  sono ottenuti con lo sfruttamento dei territori occupati  e delle conseguenze dannose dell’occupazione della Cisgiordania per i Palestinesi.

In un incontro con il Ministero degli Affari Esteri nel maggio 2010, il Ministero ha confermato che era inappropriato per Ahava  etichettare i propri prodotti come "Prodotti in  Israele", dato che  in realtà essi vengono  prodotti nella Cisgiordania Occupata. L'etichettatura fraudolenta è sotto esame in Francia, Paesi Bassi, Sud Africa, e il Regno Unito.

Questo è la seconda vittoria del Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) in Giappone sulla scia del successo della campagna  "STOP MUJI" nel 2010, quando  gli attivisti utilizzarono varie tattiche, compreso l'invio di cartoline, l’organizzazione di una campagna in  Twitter, e la messa in scena di proteste nei punti vendita,  per fare pressione alla MUJI, una grande catena di distribuzione giapponese che vende beni di consumo e di elettronica, per non procedere con  l’apertura già pianificata di un negozio in Israele.

Basandosi su questi due successi, il Forum Palestina Giappone continuerà il proprio  lavoro di sostegno dei diritti dei palestinesi. C'è ancora molto da fare dato che aziende israeliane continuano a cercare di approfondire legami reciproci con i paesi asiatici, mentre stanno perdendo quote di mercato in Europa e Nord America a causa delle campagne per i diritti umani.

Lo scorso luglio, un negozio di Hello Kitty  è stato aperto nella periferia di Tel Aviv; questo è il primo negozio di vendita al dettaglio giapponese in Israele. Classic Japan, una società di importazione di fiori recisi, è stata  per molti anni  partner commerciale di Agrexco, un fornitore agricolo israeliano ormai in bancarotta  che vendeva  prodotti agricoli coltivati ​​in insediamenti illegali in Cisgiordania.

Classic Japan importa  fiori da Bickel, un'altra ditta israeliana legata all’agricoltura con serre in insediamenti illegali nella valle del Giordano. Nel mese di ottobre di quest'anno, Trading Synergy ha iniziato il commercio a Osaka  di prodotti della Soda Stream, che sono fabbricati nell'insediamento illegale di Mishor Adumim. In dicembre, un regista teatrale di primo piano, Yukio Ninagawa, ha annunciato l'intenzione di mettere in scena "Le Donne Trojane” a Tokyo e a  Tel Aviv con il patrocinio di entrambi i governi.

Mentre i nostri governi continuano a permettere a Israele di violare impunemente il diritto internazionale-testimone ne è  il blocco di Gaza, l'espansione degli insediamenti illegali in Cisgiordania, la confisca delle terre a Nabi Saleh, Bilin e altri villaggi, le demolizioni delle case a Gerusalemme Est - spetta alla società civile globale fermare l’appoggio al responsabile di ciò,  Israele. E’ solo tramite gli sforzi di base del BDS  che i cittadini del mondo possono portare aiuto e supporto ai diritti umani palestinesi e lavorare per porre fine alla brutale occupazione di Israele e al suo sistema di apartheid.

Pubblicato il 27 febbraio 2012 da Forum Palestina Giappone su Wafa
Traduzione a cura di PalestinaRossa

Link originale: http://english.wafa.ps/index.php?action=detail&id=19126

 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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