Lo scorso 09, 10 e 11 dicembre si è svolto in Libano, sul tema "The Global Campaign to Return to Palestine" il terzo Convegno internazionale in solidarietà con il popolo palestinese al quale anche il Fronte Palestina è stato invitato a partecipare portando il nostro contributo che pubblichiamo di seguito.
Gentili compagne e compagni, amiche e amici, innanzitutto permetteteci di ringraziare gli organizzatori di questa Conferenza per averci invitato a partecipare ed a dare il nostro contributo come Fronte Palestina (Italia).
Già dalla nostra denominazione è facile dedurre che intendiamo la “Palestina” come l'epicentro del fronte di guerra che, da Oriente a Occidente, sta lacerando il bacino del Mediterraneo e l'area mediorientale, dall'Afghanistan alla Libia, passando proprio per la Palestina.
Crediamo che negli ultimi anni, soprattutto nella metropoli europea, la manipolazione della causa palestinese, con la sua conseguente de-politicizzazione e isolamento dal suo contesto storico, sia stata alla radice di una certa perdita di forza dell'azione di solidarietà internazionalista verso il popolo arabo-palestinese.
Trasformando la causa del popolo palestinese in una questione “umanitaria” anziché politica, la si è indebolita, lasciandola spesso in balia della carità ed esponendola a strumentalizzazioni, proprio in funzione antipalestinese e a favore della politica sionista.
Dal nostro punto di vista questa distorsione va corretta, soprattutto tra le masse popolari, riportando la questione politica al centro della loro mobilitazione.
Questo può avvenire riqualificando l'appoggio alla causa arabo-palestinese, come sostegno alla risoluzione della “questione sionista”. Intendendo la presenza di uno Stato sionista, quindi colonialista e razzista, come causa reale del permanente conflitto mediorientale.
La comprensione tra le masse popolari, non solo tra le istanze politiche e istituzionali, che l'esistenza di un'entità sionista con un regime di Apartheid praticato all'interno della Palestina, è l'ostacolo per una pace duratura e per la giusta applicazione del Diritto al Ritorno per tutti i palestinesi alle proprie terre e case, è un nostro obiettivo fondamentale.
“Non ci può essere pace senza giustizia” rimane la pietra angolare della nostra comprensione, così come pensiamo debba essere compreso a livello popolare, soprattutto nella società europea.
In Italia, con le nostre limitate forze politiche e organizzative, ci sforziamo di diffondere tale consapevolezza, tramite un'articolata serie di iniziative, conferenze, manifestazioni e pubblicazioni, che nell'ultimo anno ci hanno visto, soprattutto, concentrarci sulla promozione di diverse campagne di mobilitazione politica di massa, individuando nello strumento delle campagne un modello politico-organizzativo riproducibile. Nello specifico queste sono consistite in:
CAMPAGNA “NO EXPO NO ISRAELE” che vedendo l’Italia come organizzatrice dell'Esposizione Internazionale, ci ha permesso di coniugare la mobilitazione antimperialista contro le multinazionali dell'agroalimentare, con quella antisionista contro la rapina di terre e acqua palestinesi, che ne fanno uno dei maggiori agenti internazionali.
CAMPAGNA “PER UN 25 APRILE ANTISIONISTA” che, in occasione del "70° anniversario della Liberazione" ci ha permesso di coniugare la lotta di liberazione dal nazifascismo in Italia, con la lotta di liberazione dal sionismo in Palestina, equiparando i partigiani italiani di ieri ai partigiani palestinesi di oggi e opponendoci alla manipolazione sionista di quegli eventi storici.
CAMPAGNA DI “SOSTEGNO AI PRIGIONIERI PALESTINESI” nel riconoscimento del fatto che la Resistenza continua anche dentro le carceri sioniste e che il sostegno ai prigionieri del regime sionista è parte integrante del sostegno alla lotta anticolonialista.
A questo abbiamo affiancato una serie di iniziative particolarmente centrate nella denuncia e la richiesta della cancellazione, da parte palestinese, dei famigerati “Accordi di Sicurezza” tra la ANP e il dispositivo politico-militare dell'Occupazione sionista, che rappresentano la pietra miliare della repressione della Resistenza palestinese.
La lotta contro il razzismo e il colonialismo sionista e il sostegno alla resistenza arabo-palestinese, contestualizzate in un più generale orizzonte di resistenza internazionalista all'imperialismo e di opposizione alle sue guerre di aggressione rappresentano, quindi, il contenuto del nostro agire.
Mentre la promozione di campagne nazionali e iniziative particolari, rappresentano per noi un metodo di mobilitazione popolare, che cerca di superare le differenze esistenti tra le diverse componenti del movimento di solidarietà alla Palestina.
Questo è ciò che stiamo provando a fare anche con la nuova intifada in Palestina che, oltre che nelle forme, a nostro avviso rappresenta un salto di qualità nei contenuti e nell'ampiezza del movimento. Nei contenuti in quanto, anche con la nostra adesione all'appello internazionale lanciato dal PYM per la mobilitazione in occasione della “Giornata Internazionale di solidarietà con la Palestina” dello scorso 29 novembre, l'appello lanciato dalla gioventù palestinese, ci è parso che con le sue parole d'ordine
- Stop all’occupazione e alla colonizzazione sionista di tutta la Palestina
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Sostegno incondizionato alla resistenza palestinese
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Libertà per i prigionieri palestinesi
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Ritorno dei profughi palestinesi
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No al silenzio complice della Comunità Internazionale
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Sì al BDS – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro Israele
tendesse a mettere al centro della discussione tematiche per troppo tempo trascurate o formulate ambiguamente. Proprio quello che anche noi pensiamo sia da fare oggi.
Ma ciò che ci sprona nel sostegno attivo alla nuova intifada è anche l'ampiezza del movimento e la sua profondità. Da molti anni a questa parte, stiamo assistendo al fatto che la nuova Intifada si muove in tutta la Palestina, dalla West Bank alla Palestina Storica, dalla Striscia di Gaza alla Diaspora, vedendo protagoniste le nuove generazioni, soprattutto i giovanissimi. Che se ben indirizzati nel solco della Resistenza, rappresenteranno i feddayin del futuro, in grado di assicurare profondità strategica alla lotta del popolo arabo-palestinese contro il sionismo e l'imperialismo.
Grazie,
Fronte Palestina
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