Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina invita tutti gli amici della Palestina e le organizzazioni per la giustizia, rivoluzionarie e progressiste di tutto il mondo a mobilitarsi con manifestazioni, presidi ed azioni politiche dirette a tutti i livelli, in solidarietà con il popolo palestinese per quanto sta accadendo a Gerusalemme, sotto attacco e sotto assedio, che ogni giorno subisce ed affronta il genocidio culturale, la pulizia etnica, i tentativi di isolare il popolo palestinese da Gerusalemme e dal resto della Palestina.
La direzione del Fronte chiede inoltre alle comunità palestinesi e arabe in tutto il mondo di mobilitarsi in difesa dei loro fratelli e sorelle di Gerusalemme e per l'intero popolo palestinese. Il compagno Abu Ahmad Fuad, vice segretario generale dell'FPLP, ha dichiarato che "la nostra gente non sarà soppressa, né a Gaza né in Cisgiordania e nemmeno nella Palestina occupata del '48, così come in diaspora o a Gerusalemme, dove è in corso una grande rivolta popolare".
In un comunicato il Fronte ha salutato la resistenza di Gerusalemme e il martire Ibrahim al-Akkari chiedendo "supporto per l'intifada popolare a Gerusalemme, rafforzando e ampliando la rivolta nelle strade della città", sottolineando poi l'importanza della partecipazione in queste azioni di tutti i palestinesi, degli arabi e dei movimenti popolari.
A proposito dell’escalation di attacchi a Gerusalemme il compagno Khaled Barakat, scrittore palestinese, ha affermato che "Israele sta commettendo crimini di guerra perpetrando un genocidio sociale e culturale contro il nostro popolo. Le ultime escalation a Gerusalemme includono arresti di massa, ulteriori demolizioni di case, confisca dei terreni, annunci e costruzioni di nuove colonie, la chiusura di Al-Aqsa, continui attacchi a luoghi sacri. Inoltre vi è il tentativo di dividere l'Haram al-Sharif, intensificando gli attacchi contro i giovani e gli studenti, raddoppiando e quadruplicando la presenza delle forze di polizia e dei soldati di occupazione in quel luogo, posizionando centinaia di nuove telecamere per le strade di Gerusalemme in particolare nei quartieri arabi ed introducendo nuove pene detentive per il lancio di pietre. Tutte queste azioni da parte dell'occupazione rappresentano la sua incapacità di schiacciare il movimento popolare sorto a Gerusalemme dopo l'uccisione di Mohammed Abu Khudeir.
Israele ha condotto una guerra di massa contro il nostro popolo a Gaza, in parte nel tentativo di disinnescare e reprimere una rivolta palestinese a Gerusalemme, nella Palestina occupata del '48 e in Cisgiordania, dove cresceva ogni giorno la lotta. Ad ogni modo, i massicci crimini commessi a Gaza non sono riusciti a trattenere l’insorgere del nostro popolo. L'occupante può ritardare, ma non può sfuggire a un'intifada imminente", ha proseguito il compagno.
"Sono necessarie azioni internazionali per sostenere la rivolta di Gerusalemme, tra cui dimostrazioni di massa nelle città di tutto il mondo contro gli attacchi e le politiche razziste in corso nella città. Sono necessarie azioni per mettere seriamente sotto pressione le Nazioni Unite, le istituzioni internazionali ed i governi complici delle potenze imperialiste. È fondamentale monitorare e denunciare i crimini sionisti e nello stesso tempo sostenere i movimenti popolari del nostro popolo in Palestina e in particolare a Gerusalemme, anche organizzando delegazioni per costruire solidarietà e intensificando le campagne di boicottaggio e per l'isolamento dello stato di occupazione. Tuttavia la campagna per difendere Gerusalemme e la Palestina non deve limitarsi nelle sue esigenze e agli slogan di lotta per la difesa della Moschea di Al-Aqsa, che è sicuramente sotto attacco, chiusura, e sotto la minaccia da parte delle forze militari, politiche e coloni sionisti. E non è solo il luogo sacro di Al-Aqsa, ma di tutta la Palestina, di cui è anche la capitale. Purtroppo alcune forze, intenzionalmente o meno, limitano il quadro di riferimento solo alla difesa di Al-Aqsa, questo può alimentare il discorso sionista che gli scontri a Gerusalemme sono frutto di un conflitto religioso. Dobbiamo essere preparati e dobbiamo organizzarci per fare del 29 novembre la Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese, un giorno ed una settimana di azione internazionale in solidarietà con la lotta del popolo palestinese, per la sia liberazione, per il diritto al ritorno e per difendere Gerusalemme e tutta la Palestina. Anche le settimane precedenti al 29 novembre devono essere settimane di mobilitazione e di sostegno per il nostro popolo, in prima linea a Gerusalemme.
Negli ultimi 20 anni Israele è impegnato in un processo sistematico per isolare Gerusalemme dalla Cisgiordania e il resto della Palestina. I palestinesi della Cisgiordania e di Gaza non possono accedere alla loro capitale. L'isolamento di Israele della città dal resto del popolo e dalla terra palestinese è parte integrante di una sistematica politica sionista razzista che è in contrasto con qualsiasi standard dei diritti umani; rappresenta un chiaro tentativo di rompere la determinazione dei palestinesi di Gerusalemme rimodellando la città attraverso coloni che arrivano dall’estero, nel tentativo di rimuoverne il carattere arabo. I Palestinesi di Gerusalemme sono sotto assedio tutti i giorni e devono continuamente affrontare il furto sistematico del loro diritto di vivere nella loro città e salvare l’identità palestinese di Gerusalemme, la chiusura e la partizione dei loro luoghi sacri, la chiusura dei loro quartieri e i continui attacchi militari con incursioni e arresti.
La resistenza continuerà a Gerusalemme con ogni mezzo finché non verrà liberata. Coloro che stanno affrontando oggi gli occupanti israeliani sono la nuova generazione palestinese, che è nata dopo il grande tradimento degli accordi di Oslo. Questa generazione non si lascia ingannare o fuorviare dalla retorica dell'epoca Oslo. Si deve notare che l'assenza dell'Autorità Palestinese nell'area di Gerusalemme è infatti incoraggiante per la crescita, la continuità ed il vigore della resistenza. E' importante denunciare il discorso sionista che sta cercando di far passare il conflitto in Palestina ed in particolare a Gerusalemme come un 'conflitto religioso'. Non si tratta e mai si è trattato di questo. Sono i sionisti che stanno cercando di imporlo come un conflitto tra 'musulmani ed ebrei.' Invece si tratta di un movimento popolare per la liberazione dall'occupazione, uno scontro con l’occupante coloniale ed il colono razzista, che con tutti i mezzi sta tentando di minare e distruggere il carattere indigeno palestinese e arabo della città.
La politica dell'occupazione di imporre tasse elevate ed inique ai palestinesi di Gerusalemme, costringendoli alla povertà ed inducendoli a vendere le loro case attraverso imbrogli sono tutti parte di un assalto alla città organizzata. Gerusalemme rappresenta un'icona per i diritti e la lotta del popolo palestinese da oltre 66 anni. Le città intorno ad essa, veri centri di resistenza e di lotta popolare, come Beit Hanina e Issawiya, vengono ridotte in aree sempre più costrette e la loro terra viene confiscata davanti ai loro abitanti. Il campo profughi di Shuafat, dove i rifugiati palestinesi lottatno per il loro diritto al ritorno da oltre 66 anni, è stato più volte invaso e attaccato e messo sotto assedio da tutti i lati. Che cosa si aspettano gli occupanti? Naturalmente incontreranno la rabbia e la resistenza del popolo! Questo accade in ogni città e villaggio palestinese, da Haifa a Naqab, da Gaza alla Cisgiordania: l'occupante deporta i palestinesi e confisca le loro terre, importando poi coloni da New York, Toronto, Parigi e altrove per sostituire i palestinesi che hanno vissuto nella loro città per secoli; questa è la pratica costante della natura razzista del sionismo. Tutto ciò sta accadendo davanti agli occhi della cosiddetta 'comunità internazionale' ed incontra il silenzio di Ban Ki-Moon che condanna invece la resistenza del nostro popolo mentre difende la loro vita e la loro terra. Sta accadendo mentre la Lega Araba è occupata ad agire come una marionetta nelle mani degli imperialisti ed ancora non si assume alcuna responsabilità concreata per proteggere il luogo sacro di Gerusalemme.
L'Autorità palestinese ed i capitalisti palestinesi sono in commercio con gli abitanti di Gerusalemme. Abu Ala 'Qureia, responsabile della città di Gerusalemme, è conosciuto per essere uno degli orchestratori di Oslo, utilizzato anche per la vendita di cemento agli israeliani solo per il suo profitto e la costruzione del muro dell'apartheid. E' complice dell'isolamento e dei crimini contro i palestinesi di Gerusalemme, nel diffondere spudoratamente il termine 'Gerusalemme Est' dividendo la città in modo retorico, non sostiene le lotte dei gerosolimitani, promuove la partnershp tra capitalisti palestinesi e israeliani mentre cresce la pulizia etnica tra i monti di Gerusalemme, non a interesse a portare la questione di Gerusalemme sulla scena internazionale, fa nuovi accordi con gli israeliani per separare i prigionieri di Gerusalemme da altri prigionieri palestinesi.
Gerusalemme oggi è la prima linea della resistenza popolare, così come Gaza lo è della resistenza armata. Dobbiamo pensare a Gerusalemme come parte di tutta la Palestina e tutta la causa palestinese. Gerusalemme era, è e sempre sarà la capitale eterna della Palestina unificata. Questa città ha un posto molto speciale nel cuore e nelle menti di tutti gli arabi e per tutti i popoli della regione. Non deve essere tenuta sotto occupazione da un regime sionista coloniale e razzista. Questo vale anche per ogni altro centimetro della terra di Palestina" ha concluso Barakat.
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