Mentre la settimana di azione per richiedere la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah prende il via, ed entra nel suo 35° anno di prigionia, il compagno ha registrato un messaggio per il popolo di Gaza dalla prigione francese di Lannemezan. Il suo spirito e la sua visione politica restano intatti e chiari. Riportiamo di seguito le sue parole:
Cari fratelli e sorelle, mandiamo un saluto ed un apprezzamento alle lotte dei combattenti della Grande Marcia del Ritorno e la Rottura dell'Assedio.
Ancora una volta le masse di Gaza stanno in prima linea affrontando l'assalto imperialista e sionista, mettono le loro vite e la loro salute in prima linea, riconoscendo il pericoloso momento storico in cui la causa palestinese, in tutte le sue dimensioni, è minacciata da una reale liquidazione.
Nonostante la loro sofferenza sotto un assedio criminale, la fame, l'omicidio e l'intimidazione non hanno esitato a mobilitare tutte le loro energie per incarnare i richiami del Comitato Nazionale per la Grande Marcia del Ritorno e la Rottura dell'Assedio.
Le masse del nostro popolo e degli attivisti militanti sanno che questo è il principale ostacolo al criminale “accordo del secolo”, perché è l'incarnazione della volontà collettiva, con il fucile della resistenza che ha disgregato il processo degli accordi di Oslo e le forze che ne derivano, organizzate nelle istituzioni dell'Autorità Nazionale Palestinese e nei suoi organismi reazionari.
Nonostante tutto quello che le politiche di abbandono sociale e nazionale hanno causato, comprese le crepe e le distorsioni della coscienza collettiva palestinese, le masse di Gaza e le loro milizie combattenti continuano a confrontarsi con determinazione contro tutte le manovre di ricatto e spingono per la fine della devastante divisione, per una riconciliazione interna e per mettere in guardia alcune forze opportuniste dal declino su posizioni complici dell’aggressione alla Palestina.
Non c'è persona razionale che possa accettare l'ulteriore imposizione di ulteriori sanzioni sulle masse di Gaza come qualcosa di diverso da un modo per far avanzare le politiche di Trump e Netanyahu.
Non esiste una persona razionale che possa contare sul sostegno dei regimi reazionari della regione per sostenere la lotta delle masse palestinesi.
Dall'inizio il movimento di liberazione ha affrontato le forze criminali di occupazione con fiducia e costanza. I combattenti e gli attivisti delle forze rivoluzionarie chiedono più di altri di spingere verso un'escalation della lotta in tutte le sue dimensioni, facendo attenzione affinché Gaza non risulti isolata.
Le forze rivoluzionarie, inclusi i combattenti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e le Brigate di Abu Ali Mustafa, non hanno mai abbandonato e mai abbonderanno le loro masse, fin dall’inizio delle marce non hanno esitato di versare il loro sangue come simbolo di lealtà. Tra questi eroici combattenti ricordiamo Ahmad Ashraf Abu Hussein, Ahmad Abdullah al-Adaini, Ahmed Abu Tayour di Rafah, Ataf Mohammed Musleh Saleh, Ayman Nafez al-Najjar, Muhannad Jamal Hanoudeh e Mohammed Abu Naji.
Le lotte del FPLP riconoscono che la continuazione e l'escalation della Grande Marcia del Ritorno sono condizionate dallo sviluppo delle attività della lotta di massa attraverso il resto della Palestina, attraverso una comunicazione efficace con la popolazione dei campi profughi nei paesi vicini.
Più che mai la sinistra rivoluzionaria araba, soprattutto nei paesi limitrofi, ha la responsabilità di rafforzare il suo confronto con l'assalto imperialista sulla regione in risposta diretta alla collusione delle forze reazionarie arabe e il suo confronto con tutte le forme di normalizzazione con l’entità sionista, con tutti i mezzi necessari e disponibili.
Non è ragionevole che i campi profughi nei paesi intorno alla Palestina rimangano al di fuori della lotta in virtù delle posizioni dei regimi borghesi, che in alcuni casi prestano a parole un servizio di lealtà alla solidarietà, ma che nella pratica sono sempre complici della situazione. Non è ragionevole accerchiare o assediare i campi profughi nei paesi vicini per poi esprimere solidarietà con gli eroi di Gaza.
La fase che la causa palestinese sta affrontando oggi e la tempestosa crisi che coinvolge tutti gli Stati e le Entità della regione, spingono tutte le forze rivoluzionarie a lavorare assiduamente, per creare strutture di supporto al movimento di lotta e alla comunicazione congiunta con tutti gli altri fronti di lotta nella regione e nel mondo.
Insieme, e solo insieme compagni, possiamo andare avanti per affrontare l'assalto imperialista. Certamente non è abbastanza per i militanti di Beirut, Damasco e Amman celebrare la solidarietà con Gaza.
È urgente e necessario che tutti si assumano le loro responsabilità nei campi profughi nei paesi vicini limitrofi, perché la causa - non solo la rivoluzione - è presa di mira; in effetti questo è richiesto sia per uscire dal labirinto di Oslo sia per richiedere il rilascio dei prigionieri, ponendo fine al coordinamento della sicurezza e alla divisione interna tra palestinesi e fronti di resistenza antimperialista.
La vera solidarietà con la Grande Marcia del Ritorno, in onore della gloria e dell'immortalità dei martiri, per la vittoria delle masse e della gente in lotta e la vergogna dei traditori e di coloro che si arrendono, significa rovesciare l'imperialismo e i suoi agenti - i sionisti e gli arabi reazionari.
Il vostro compagno, Georges Abdallah
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