Per tutti i partiti politici ebrei sionisti essere una parte del governo è considerata la norma in Israele. L'annuncio di questa settimana che il partito Kadima si è unito al governo e che le elezioni non si terranno in settembre non è dopo tutto una sorpresa. Michael Warschawski spiega il perchè.
Circa 1000 persone hanno manifestato martedì notte a Tel Aviv per protestare contro la decisione di ritirare le elezioni di settembre e di creare un governo ad ampia base che includa anche il partito Kadima, che fino a questo momento costituisce l'unica opposizione ufficiale in Israele. Come ci si poteva aspettare, i manifestanti, tra i quali c'era anche l'ex leader dell'opposizione Tzipi Livni, si sono scontrati con la violenza della polizia, e molti di loro sono stati detenuti per molte ore.
Molti commentatori fanno notare che l'espansione della coalizione è legata alla possibilità di una guerra contro l'Iran. E' certo che ci sia la possibilità di una guerra imminente, ma la costituzione del nuovo governo non è correlata ad un programma politico. Piuttosto è legata al modus operandi della politica israeliana. Candidati e partiti competono alle elezioni per entrare nel governo; per la maggioranza scopo delle elezioni non è decidere tra diverse opinioni politiche e sociali, ma stabilire rapporti di potere nell'esecutivo, e il denominatore comune tra i partiti che costituirà la coalizione di governo. Essere all'opposizione è percepito come una situazione anomala che deve essere giustificata con mezzi straordinari. Oltre, naturalmente, ai "partiti arabi", che per la loro stessa essenza di rappresentanti della popolazione palestinese in Israele fanno parte dell'opposizione. In altre parole: la coalizione di governo israeliana è una combinazione di tutti i partiti sionisti ebrei e l'opposizione sono i partiti che rappresentano i non-ebrei. Questo, almeno, è l'ideale in Israele.
Ciò che appare come la norma in Israele sarà percepito nella maggior parte dei paesi del mondo come una grave distorsione della democrazia: una coalizione di 92 membri su un totale di 120 della Knesset! Tuttavia, come detto, in Israele l'opposizione non è parte integrante e centrale del sistema, ma un errore che deve essere fissato il più rapidamente possibile. In questo modo è possibile capire come Meretz e la destra radicale si siano seduti assieme durante il governo Rabin degli anni 1990, nonostante le grandi differenze nella loro visione del mondo. Un governo di unità nazionale non è una situazione eccezionale in tempi di crisi, ma l'essenza del regime israeliano. Shaul Mofaz e Benjamin Netanyahu ci hanno ricordato questo. E' possibile ipotizzare che i politici del partito laburista presto riporteranno il leader del partito Shelly Yechimovitch a questa logica.