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I prigionieri del FPLP ricordano Abu Ali Mustafa in una dichiarazione sulla lotta contro il Sionismo e L’imperialismo

La dichiarazione seguente è stata rilasciata dalla Sezione Prigioni del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina per commemorare il diciassettesimo anniversario dell’assasinio di Abu Ali Mustafa.

Cari Compagni, vi estendiamo I nostri più sinceri saluti rivoluzionari. Vi salutiamo mentre guidate le campagne più critiche di costanza e confronto. Vi salutiamo mentre vi state impegnando a continuare il cammino dei martiri della giustizia il cui sangue fu versato sulla terra dei loro antenati, del loro popolo, della loro storia e per il futuro della loro amata Palestina per la quale diecimila combattenti hanno lottato e si sono sacrificati sotto il vessillo della libertà.

Cari compagni, oggi è il diciassettesimo anniversario del martirio del nostro compagno, il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Abu Ali Mustafa. In questo giorno, gli elicotteri sionisti, forniti ed armati dagli Stati Uniti, bombardarono l’edificio dove Abu Ali stava lavorando, prendendogli la sua vita.

Lui si è unito alla lunga lista di martiri che sempre scelsero il cammino della libertà e della dignità rifiutando l’umiliazione e la subordinazione. Come Abu Ali, essi stavano in prima linea per difendere I nostri diritti nazionali e umani.

Abu Ali ci ha lasciato una grande eredità di cui siamo profondamente orgogliosi. Era un uomo d’acciaio, un modello vivente di organizzazione, disciplina, impegno rivoluzionario e sacrificio. Lui era un modello di combattente generoso e modesto che ha dedicato la sua vita sin da giovane al lavoro nazionale e di partito. Si unì al Movimento Nazionalista Arabo in adolescenza e ha vissuto la sua vita dedicandosi al lavoro per il Fronte, incluse in più occasioni azioni militari, incluso il lavoro di amministrazione e in seguito come guida del FPLP come Segretario Generale.

Sotto ogni punto di vista, Abu Ali era un uomo eccezionale. Il suo assassinio fu una grande perdita non solo per la causa palestinese e araba ma per la lotta internazionale di tutti I popoli oppressi e per i movimenti internazionali di liberazione e progressisti. La sua visione emanava la sua comprensione per l’importanza della lotta di classe e radicava sempre il suo lavoro nei popoli oppressi e nelle classi popolari. Il compagno era dedito alla sua visione, dalle sue origini e attraverso la pratica. Era figlio di una povera famiglia contadina e visse la sua vita come uno profugo, con il suo popolo, lottando contro il progetto coloniale sionista, il quale cerca di far finire l’esistenza palestinese e eliminare I nostri diritti come popolo.

Nell’anniversario del martirio del Compagno Abu Ali, stiamo attraversando un periodo di oscurità e di difficili circostanze politiche, con importanti cambiamenti internazionali e nazionali e nuove alleanze che devono essere affrontate. A livello internazionale, vediamo un numero importante di fenomeni, come la crescita dell’estrema destra sciovinistica, in particolare in Europa. Cambiamenti radicali potrebbero dirigere il futuro dei paesi europei, includendo l’alzata di voci che in UE chiedono per separazioni, riconsiderazioni o riformulazioni delle alleanze per ridurre l’influenza di certi paesi, specialmente la Germania. Questo potrebbe essere la più seria contraddizione tra paesi capitalisti europei dalla Seconda Guerra Mondiale, ma è anche un periodo di conflitti di interessi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. Queste contraddizioni non sono solo seguito all’elezione di Trump come presidente del potere imperialista mondiale ma sono un prodotto naturale delle contraddizioni sociali nel capitalismo tra potere economico e influenze politiche.

È chiaro che non c’è nulla di strano riguardo l’elezione di Trump negli Stati Uniti, costruiti sul genocidio dei popoli indigeni di quella terra. La sua elezione infatti, riflette la natura delle forze in conflitto nella società americana, inclusi I più rapaci interessi capitalisti in alleanza con i gruppi protestanti di destra e le lobbies: in particolar modo la lobby delle armi e quella sionista. Non c’è dubbio che questa alleanza razzista vuole cercare di espandere il conflitto con I popoli del mondo sulle basi di imporre dominio imperiale e controllo senza alcuna opposizione o rivalità.

Gli Stati Uniti stanno pianificando di sfidare Cina, Russia e Unione Europea per l’influenza politica ed economica. Ciò avviene mentre aumenta sfacciatamente la sua interferenza in America Latina, entra in conflitto con I suoi vecchi alleati come la Turchia, impone sanzioni economiche e assieme ad Israele impone richieste contro l’Iran e la Palestina. Tornano a usare il veto, ancora una volta, al Consiglio di Sicurezza in favore all’entità coloniale israeliana in quanto promuove il cosiddetto “accordo del secolo” con il quale cercano di abolire I diritti umani, nazionali e storici del popolo palestinese. È una chiara conferma dell’ostilità dell’imperialismo statunitense contro il popolo palestinese e la sua piena collaborazione nelle politiche di pulizia etnica e negli attacchi ai nostri diritti.

Cari compagni, anche quello che sta succedendo nell’arena araba è molto preoccupante. Primo, il ritmo della normalizzazione tra i regimi reazionari arabi e l’entità sionista è cresciuto in modo senza precedenti con i regimi sauditi e gli Emirati (UAE) che aumentano le contraddizioni partecipando a pieno ritmo nel progetto di distruzione e smantellamento del mondo arabo come vediamo in Siria, Iraq, Libia, Yemen e in altre parti.

È chiaro che il campo nemico include queste infide forze reazionarie, alleate con gli Stati Uniti e l’entità sionista, che hanno reso chiaro il loro ruolo nell’implementazione dei piani e dei progetti imperialisti, specialmente per quanto riguarda la causa palestinese.

Cari compagni, la serie di attacchi contro il nostro popolo richiedono l’immediata riconciliazione e la fine della divisione palestinese sulle basi di una vera alleanza nazionale e la ricostruzione della casa palestinese, la via più corta per confrontare “l’accordo del secolo”. Il continuo ritardo, la procrastinazione e lo stravolgimento attorno alla questione della riconciliazione non serve al nostro interesse nazionale ma serve, invece, l’occupazione e i suoi tentativi di reprimere la nostra visione per il ritorno e l’autodeterminazione.

In questo contesto, vediamo una grossa divergenza tra le dichiarazioni della presidenza palestinese che rivendicano un rifiuto all’ “accordo del secolo” e la pratica quotidiana dell’autorità palestinese. Qual’è lo scopo di arrestare la riconciliazione? Di imporre impossibili, inaccettabili condizioni? Di imporre sanzioni ingiuste al nostro popolo a Gaza? O la convenienza di un “Consiglio Nazionale Palestinese” diviso che non riflette il popolo e la società palestinese? Non è tutto ciò in linea con “l’accordo del secolo”?

L’implacabile ricerca della frammentazione del popolo palestinese e delle sue forze di resistenza serve solo ad indebolire il nostro popolo, in armonia con il progetto sionista-imperialista nella regione.

In questo contesto, le marce per il ritorno a Gaza hanno sostenuto l’onore della causa palestinese. Hanno reso chiaro la volontà delle masse palestinesi, contro le conspirazioni contro il nostro popolo, in totale rifiuto all’assedio continuo, all’umiliazione e asserendo il nostro dirittto a resistere all’occupazione con ogni mezzo necessario.

Cari compagni, nell’anniversario del martirio del nostro compagno Abu Ali, rinnoviamo il nostro impegno e dedizione alla lotta e a onorare i sacrifici di tutti I martiri. Affermiamo la nostra adesione ai principi di liberazione nazionale e la nostra determinazione a continuare la lotta, la resistenza e la rivoluzione fino a raggiungere i nostri diritti e la nostra liberazione.

Gloria ai martiri, la vittoria è certa!

Il comando della sezione prigioni del FPLP
27 agosto 2018
 


Fonte: http://abualimustafa.org/2018/08/pflp-prisoners-remember-abu-ali-mustafa-in-statement-on-struggle-against-zionism-and-imperialism/
 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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