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L’inutile Marcia

La famigerata “marcia per la pace” non è nata ieri: la prima edizione si svolse nel 1961 e il 24 settembre 2018 compierà ben 57 anni.

La correttezza del nostro titolo è giustificata proprio dalle parole di chi la Marcia nel 1961 l’ha pensata e promossa, Aldo Capitini: «Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle non collaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia».

Ci pare chiaro che pacifismo e nonviolenza oggi siano “inerte e passiva accettazione dei mali esistenti”. Quindi inutili.

Cronologia delle Marce:

I Marcia per la Pace - 24 settembre 1961 - Per la pace e la fratellanza tra i popoli
II Marcia per la Pace - 24 settembre 1978 - Mille idee contro la guerra
III Marcia per la Pace - 27 settembre 1981 - Contro la guerra: a ognuno di fare qualcosa
IV Marcia per la Pace - 6 ottobre 1985 - Contro il riarmo, blocchiamo le spese militari
V Marcia per la Pace - 2 ottobre 1988 - Per un'Europa nonviolenta
VI Marcia per la Pace - 7 ottobre 1990 - In cammino per un mondo nuovo
VII Marcia per la Pace - 1º novembre 1992 - Liberi dalla mafia, dalla corruzione e dalla violenza
VIII Marcia per la Pace - 26 settembre 1993 - La guerra nell'ex Jugoslavia: fermiamola
IX Marcia per la Pace - 24 settembre 1995 - Noi popoli delle Nazioni Unite
X Marcia per la Pace - 12 ottobre 1997 - Noi popoli delle Nazioni Unite per un'economia di giustizia
XI Marcia (straordinaria) per la Pace - 16 maggio 1999 - Contro la doppia guerra del Kosovo
XII Marcia per la Pace - 26 settembre 1999 - Un altro mondo è possibile: costruiamolo insieme
XIII Marcia per la pace - 24 settembre 2000 - Mai più eserciti e guerre
XIV Marcia per la Pace - 14 ottobre 2001 - Cibo, acqua e lavoro per tutti
XV Marcia (straordinaria) per la Pace - 12 maggio 2002 - Appello all'Europa: Per la Pace in Medio Oriente
XVI Marcia per la Pace - 12 ottobre 2003 - Per un'Europa di pace
XVII Marcia per la Pace - 11 settembre 2005 - Mettiamo al bando la miseria e la guerra. Riprendiamoci l'Onu. Io voglio, tu vuoi, noi possiamo
XVIII Marcia per la Pace - 7 ottobre 2007 - Tutti i diritti umani per tutti
XIX Marcia per la Pace - 16 maggio 2010 - Abbiamo bisogno di un'altra cultura
XX Marcia per la Pace - 25 settembre 2011 - Per la pace e la fratellanza dei popoli
XXI Marcia per la Pace - 19 ottobre 2014 - Perugia-Assisi per la pace e la fraternità
XXII Marcia per la Pace - 9 ottobre 2016 - Della pace della fraternità contro la rassegnazione e l'indifferenza che circondano le tragedie dei nostri giorni: guerre, migrazioni, terrorismo e violenze
XXIII Marcia per la Pace - 7 ottobre 2018 - Una marcia di tutti e per tutti (sarà la nuova edizione di quest’anno)

Si fa presto a dire “pace e giustizia” mettendoli nello stesso calderone, senza avere il coraggio di dire che senza la seconda la prima non può e non deve esistere. Nel comunicato dell’Arci troviamo scritto:

  • [...] nelle vite e nei corpi di chi fugge da guerre, totalitarismi e miseria per cercare un futuro possibile.

  • Intanto l’Italia prosegue a esportare bombe verso l’Arabia Saudita, che le fa piovere criminosamente sulla testa di bambini e civili imbelli;

  • in Siria il regime di Bashar al-Assad prepara la propria restaurazione e la spallata finale ai ‘ribelli’, con una carneficina a Idlib ignorata dalla comunità internazionale;

  • la Libia implode sotto lo stesso peso di una finta credibilità costruita ad arte da istituzioni internazionali ansiose solo di rimettere in moto gli affari.

L'Arci non si smentisce nemmeno di una virgola: nulla dice sui responsabili, pare siano catastrofi naturali e non di scelte del governo attuale e di quelle precedenti del Partito Democratico. Anzi invita e si augura “una Marcia di tutti e per tutti”.

Invita a partecipare con decine e decine di righe, centinaia e centinaia di parole dove non trova nemmeno un piccolo spazio per ricordare i crimini dei governi del PD, nemmeno un angolino per condannare Israele, nemmeno uno spicchio per solidarizzare coi palestinesi.

Solo un pessimo invito a partecipare "alla marcia di tutti per tutti", dove si nomina l'America di Trump e non quella di Obama (oggi sono in corso le stesse guerre di quando governava Obama). Usa e Israele hanno firmato un accordo sugli aiuti militari che prevede 38 miliardi di dollari in 10 anni (il più grande pacchetto di aiuti militari che gli Stati Uniti ricordino di aver mai concesso a uno Stato alleato), frutto dell'intesa raggiunta dopo dieci mesi di trattative tra l’amministrazione Obama e il governo Netanyahu: 5 miliardi andranno a rafforzare il sistema della difesa missilistica. In base al testo, i fondi dovranno essere usati per acquistare esclusivamente armamenti e tecnologie prodotte negli Stati Uniti. Inoltre, al di là dello scudo missilistico, negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno investito milioni di dollari per rafforzare le difese di Israele, come le tecnologie per prevenire la realizzazione di tunnel per introdursi in Israele dai Territori palestinesi, oppure la fornitura di caccia F-35 che inizierà entro la fine dell’anno.

Quando i crimini vengono perpetrati non si possono chiudere mai gli occhi, a prescindere da quali siano i carnefici, mentre invece ci si arriva persino a schierare con i terroristi e con l’imperialismo pur di condannare il legittimo presidente Assad.

Diciamolo: con questa gente la Lega e 5stelle governeranno per 30 anni.

Bisogna continuare a costruire una vera opposizione di classe, e questa non potrà che essere antirazzista, antifascista e antisionista!

Collettivo PalestinaRossa

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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