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No alla normalizzazione, intensificare la campagna di boicottaggio contro l’accordo tra USA-EAU-Israele

Il Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network esprime il suo netto rifiuto all’ennesima farsa che maschera ingiustizia, repressione e sfruttamento capitalistico: la cosiddetta “svolta diplomatica” tra Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi Uniti.

A dire il vero, questo non comporta né pace né giustizia, ma solo un piano di collaborazione continua tra forze imperialiste, Israele, sionismo e reazione araba, oltre all’escalation della guerra contro il popolo palestinese e tutti i popoli della regione araba.

Siamo fermamente uniti al popolo palestinese e a tutte le forze progressiste e antimperialiste della regione contro ogni forma di normalizzazione con Israele, ivi incluse quelle dell’Autorità Palestinese.

Ed è con la stessa forza e impegno che sosteniamo il Movimento dei prigionieri palestinesi, che ha chiaramente rifiutato la normalizzazione. La netta posizione del Movimento è una bussola che guida la nostra lotta e il nostro impegno politico.

Le aggressioni – imperialiste, israeliane, sioniste e reazioni arabe – hanno sgretolato l’unità dei popoli della regione e hanno dato il via al loro sfruttamento e quello delle loro risorse da parte delle forze capitaliste locali e globali, a beneficio del progetto sionista e dell’imperialismo globale.

La dichiarazione degli Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti e Israele è forse la più chiara espressione delle forze che affrontano il popolo palestinese e tutte le forze che anelano alla giustizia e liberazione dell’intera regione.
 

Il triangolo della normalizzazione: un attacco al popolo palestinese

Questo è solo un’altra parte del triangolo di normalizzazione, rappresentato da Camp David, Wadi Araba e Oslo, i cosiddetti accordi di “pace” mediati dagli USA con l’Egitto, la Giordania e l’Autorità Nazionale Palestinese, a scapito dei popoli palestinese e arabo a livello regionale e mondiale. Non è solo quest’ultimo accordo con gli Emirati Arabi Uniti che dovrebbe essere smantellato, ma questo intero meccanismo di ingiustizie che dà falsamente il nome di “accordo di pace” alle alleanze per rafforzare colonizzazione, guerra e apartheid. La chiara complicità degli Emirati Arabi Uniti nei crimini perpetrati contro il popolo palestinese è resa più chiara solo dall’annuncio di Trump.

Tutti i regimi arabi reazionari che si impegnano in questi progetti di normalizzazione - ora inclusi gli Emirati Arabi Uniti e l'Autorità Palestinese - affermano di perseguirli a beneficio del popolo palestinese. In realtà, i palestinesi condividono un ampio sentimento di rifiuto di tutti i progetti di normalizzazione che avvengono solo a loro spese. Questo accordo non pretende di fermare la continua annessione e colonizzazione sionista delle terre palestinesi, ma semplicemente di “sospenderla”, tentando di fornire una legittimità araba a un’entità coloniale illegittima in Palestina.

Da un lato, questo annuncio riflette i meschini interessi dell’amministrazione Trump per dare una spinta alla campagna di rielezione; dall’altro riflette anche l’impegno a lungo termine dell’imperialismo americano nel dividere, reprimere e sfruttare il popolo della regione e le sue risorse, con il progetto degli insediamenti coloniali israeliani che rappresentano la punta più affilata della dominazione imperialista, mentre gli agenti locali, e in particolar modo le monarchie, raccoglievano i frutti derivanti dai loro accordi con l’imperialismo.

Gli Emirati Arabi Uniti sono da tempo impegnati nell’esplicita quanto segreta normalizzazione con il sionismo, così come hanno svolto un ruolo reazionario in tutta la regione. Rimangono direttamente coinvolti nella cosiddetta coalizione che dichiara guerra allo Yemen nel tentativo di mantenere il dominio imperialistico in linea con gli interessi dei regimi reazionari, come quello dell’Arabia Saudita.

Hanno anche svolto un ruolo dominante nella manipolazione della politica egiziana, sostenendo il regime di Sisi Camp David, che imprigiona migliaia di prigionieri politici nelle carceri egiziane mentre saluta l’ultima mossa verso la normalizzazione. Senza contare l’arricchimento della classe dirigente emiratina per volere dell’imperialismo mentre si impegna nelle più brutali pratiche di ipersfruttamento dei lavoratori migranti internazionali tentando di zittire tutte le critiche.

Mentre l’annuncio pubblico riflette un nuovo passo verso la normalizzazione ufficiale, le relazioni tra Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e lo Stato israeliano non rappresentano nulla di nuovo. Gli ufficiali emiratini e israeliano si sono incontrati nel 2016 per minare l’accordo sul nucleare iraniano e reimporre sanzioni, basandosi su precedenti alleanze per la vendita di tecnologia militare americana agli Emirati, con il pieno sostegno dello Stato israeliano. Come notato da The Electronic Intifada, “Queste relazioni segrete hanno incluso la cooperazione militare e di intelligence e persino esercitazioni militari congiunte. Il terreno per l’annuncio di giovedì è stato gettato negli ultimi anni con competizioni atletiche e cooperazione economica. Solo poche settimane fa, un’impresa degli Emirati ha concluso un accordo con due grandi giganti israeliani di armi…”

Tali progetti di normalizzazione rappresentano solo il più stretto interesse della classe dirigente reazionaria di questi regimi, non il popolo del Golfo. È responsabilità di tutte le forze che sostengono la resistenza rendere chiaro che la maggior parte del popolo si schiera fermamente contro la colonizzazione e l’imperialismo, e intensificare tutte le forme di boicottaggio e isolamento del regime israeliano e dei suoi partner nella colonizzazione.

Inoltre, non appena gli USA, gli EAU e lo Stato di Israele hanno annunciato quest’ultimo attacco al popolo palestinese, stanno anche aumentando le sanzioni sulla Siria con il “Caesar Act”, mentre minacciano ancora sanzioni al Libano, e questo ad appena una settimana dalla devastante esplosione di Beirut, nel tentativo di imporre il rispetto assoluto del colonialismo sionista e la dominazione imperialista in tutta la regione.

USA e i suoi partner continuano anche l’escalation delle minacce di guerra e dure sanzioni contro l’Iran, un progetto in cui sia Israele che gli Emirati Arabi Uniti sono pienamente coinvolti. Ciò non solo rappresenta una minaccia per l’Iran, ma per tutte le forze nella regione e a livello internazionale che cercano un percorso che sia indipendente dall’imperialismo. Una delle risposte più importanti a questo ultimo attacco ai popoli della regione per mano di Israele, sionismo, imperialismo e della reazione araba è quella di lottare per porre fine a tutte le sanzioni sul Libano, evitare che ne vengano imposte di nuove, porre fine alle sanzioni alla Siria e alle sanzioni e campagna bellica all’Iran. Tutte queste misure coercitive unilaterali fanno parte di una guerra imperiale e illegale di aggressioni portata avanti con mezzi economici e attacchi militari diretti.
 

Fronteggiare l’attacco, intensificare il boicottaggio

Questo annuncio rende ulteriormente chiara la nostra responsabilità nell’intraprendere delle azioni e intensificare la campagna di boicottaggio di prodotti israeliani, istituzioni culturali e accademiche e corporation conniventi. La normalizzazione del colonialismo deve avvenire e – può essere sconfitta – con l’anti-normalizzazione popolare, il boicottaggio, la lotta e l’isolamento internazionale di Israele. Con una campagna di boicottaggio a livello popolare, oltre che ufficiale, possiamo aumentare la solidarietà con il popolo palestinese e indebolire questi progetti di normalizzazione distruttivi.

C’è un potente esempio internazionale: lo Stato Plurinazionale della Bolivia, con a capo il legittimo presidente Evo Morales che sta tagliando i rapporti con Israele, espellendo il suo ambasciatore e dichiarando ufficialmente che l’entità degli insediamenti coloniali siano “un regime terroristico”.

Una parte fondamentale del forte sostegno alla Palestina e al suo movimento nazionale è rappresentata dai governi progressisti e i movimenti popolari di tutta l'America Latina: questa chiara dichiarazione di sovranità e rifiuto del colonialismo è stata quasi senza ombra di dubbio uno dei fattori nel sostegno degli Stati Uniti al regime golpista che ha preso di mira il governo Morales nel novembre 2019, oltre all'impegno del governo boliviano per lo sviluppo delle risorse sovrane e al rifiuto del dominio degli Stati Uniti. Infatti, solo poche settimane dopo il colpo di stato, i suoi autoproclamati funzionari hanno annunciato i loro rinnovati legami con il regime israeliano.

Il popolo boliviano non si è arreso, e continua a lottare per far cadere il regime golpista. Esprimere solidarietà con il popolo boliviano contro il colpo di stato e l’imperialismo in America Latina è parte della costituzione di un significativo movimento di boicottaggio per l’isolamento internazionale di Israele.

Inoltre, esortiamo tutti i sostenitori della Palestina nel mondo a organizzare manifestazioni e azioni al di fuori delle ambasciate di Stati Uniti, Israele ed Emirati per ritenerli responsabili dei crimini in corso contro il popolo palestinese e per denunciare la loro partecipazione attiva nella violazione dei diritti dei palestinesi, incluse la detenzione di migliaia di prigionieri politici, la demolizione di abitazioni, le esecuzioni extragiudiziali, l’assedio di Gaza, la confisca dei terreni, la costruzione di insediamenti, il regime di apartheid che governa sui palestinesi dal ’48 e la negazione del diritto al ritorno di milioni di rifugiati palestinesi.

Il boicottaggio delle masse è più forte dei progetti di normalizzazione di Israele, sionismo, imperialismo e reazione araba. Questo accordo deve solo rafforzare la nostra determinazione nella mobilitazione, organizzazione e azione per difendere la Palestina, combattere l’imperialismo e sostenere la resistenza.

Samidoun - Palestinian Prisoner Solidarity Network
 


Fonte: Samidoun
Traduzione a cura di Flaviana De Gennaro per PalestinaRossa
 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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