Sabato 14 marzo ricorre il nono anniversario dell'attacco delle forze di occupazione sioniste alla prigione di Gerico dell'Autorità palestinese e dell'arresto del segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il compagno Ahmad Sa'adat, dei compagni Ahed Abu Ghoulmeh, Majdi Rimawi, Hamdi Qur'an, Basil al-Asmar e del generale Fuad Shobaki.
In questa data, nel 2006, le bande sioniste hanno invaso la prigione di Gerico e rapito il compagno Ahmad Sa'adat e i suoi compagni, commettendo un orrendo crimine davanti agli occhi del mondo con il coinvolgimento della Gran Bretagna e degli Stati Uniti nonché la complicità dei palestinesi dell'ANP e delle sue forze di sicurezza asservite, che non hanno intrapreso nessuna azione durante l'assalto alla prigione che avrebbero dovuto difendere.
Lo scopo di questo crimine non è stato solo quello di far propaganda al criminale di guerra Ehud Olmert per le elezioni sioniste, o quello di arrestare i leader del Fronte Popolare che hanno dato seguito alla volontà del popolo palestinese vendicando il martirio del leader Abu Ali Mustafa, con l'eliminazione di un simbolo del terrore razzista, Rehavam Ze'evi. L'obiettivo fondamentale dell'occupazione sionista era quello di colpire il modello di resistenza rappresentato da Sa'adat e dai suoi compagni, tentando di sconfiggerlo e liquidarlo.
L'immediata indignazione per questo crimine tra le masse palestinesi dentro e fuori la Palestina ha confermato tutta l'inutilità di provare a raggiungere un tale obiettivo, perché è stata invece la dimostrazione di come lo spirito della resistenza fosse radicato nelle menti del popolo palestinese, col chiaro messaggio che non importa quanti crimini e attacchi si subiranno, il nostro popolo non dimenticherà mai nulla e terrà salda la sua coerenza.
Il compagno Sa'adat in questi anni di prigionia ha dovuto affrontare la beffa di subire un processo sionista, dove si è rifiutato di riconoscere la legittimità del tribunale militare che lo condannava, elogiando con orgoglio la sua affiliazione con il Fronte Popolare e promettendo che le celle delle prigioni sarebbero diventate una nuova arena di lotta, un chiaro esempio contrario alla politica della dell'Autorità palestinese, che invece ha proseguito sulla strada del coordinamento sulla sicurezza.