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Onore ai partigiani iternazionalisti curdi, italiani, palestinesi!

L’assassinio del compagno anarchico Lorenzo Orsetti da parte dei tagliagole dell’Isis, fratelli e servi dei sionisti, ha messo in luce un aspetto davvero “curioso”.

A seguito della notizia della sua morte e testamento, pubblicata sui media il 19 marzo 2019, sono emersi in decine e decine di migliaia i sostenitori, che giustamente hanno voluto ricordarlo e portare solidarietà alla famiglia, oltre che alla giusta lotta del popolo curdo. Persino sezioni dell’Anpi, amministratori comunali etc.

Sono tornati in auge ancora una volta i partigiani. E tutto questo è certo un bene. Ma cos’è quella cosa “curiosa”?

La curiosità sta nel fatto che quando si parla dei palestinesi quasi tutti li vogliono oppressi, morti o non-violenti. Da oltre 70 anni nemmeno gli si riconosce il diritto alla Resistenza, garantita da sempre a tutti i popoli.

Succede da San Tommaso d’Aquino: “Chi uccide il tiranno è lodato e merita un premio”, per arrivare al 05.12.1946 quando la Sottocommissione incaricata all’interno della Commissione dei 75 (dal numero dei componenti) inserisce il 2° comma dell’art.50 nel Progetto di Costituzione che riporta la seguente disposizione: “Quando i pubblici poteri violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.

La norma proposta dall’On. democristiano Giuseppe Dossetti e dall’On. Cevolotto, ispirati ad altre Carte Costituzionali, in particolare all’art.21 della Costituzione francese del 1946, che stabilisce: “Qualora il governo violi la libertà ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza, sotto ogni forma, è il più sacro dei diritti ed il più imperioso dei doveri”.

Per i palestinesi no, anche da parte di chi dice di sostenere i palestinesi, si parla di “due popoli due stati” quando è chiaro che è una proposta-bufala, oppure resistenza non-violenta, che è un ossimoro.

Ma ad onor del vero c’è anche peggio…certi “sostenitori” dei palestinesi non vedono, non sentono, non parlano a fronte di una pluridecennale collaborazione della Polizia palestinese agli ordini di Abu Mazen, migliaia di mercenari al soldo degli interessi di casta dei governanti e di quelli dei sionisti.

Sono omertosi e silenti di fronte all’uso delle armi e della tortura da parte dei servizi palestinesi, ma vogliono una resistenza non-violenta contro l’occupazione.

Tutti a bearsi in questa pace senza giustizia.

Ma non c’è alcuna pace senza giustizia, diceva Juliano Mer-Khamis...e noi con lui!

Collettivo PalestinaRossa

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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