2 febbraio 2012
Questa settimana, la BBC ha pubblicato la sua decisione definitiva su di una controversia che ha imperversato per quasi un anno dopo che le parole "Free Palestine" erano state censurate da un rap freestyle mandato in onda su Radio 1Xtra.
Durante la sua partecipazione al popolare Charlie Sloth Hip Hop M1X lo scorso febbraio, l'artista Mic Righteous ha eseguito un rap che includeva le parole: "Posso urlare PALESTINA LIBERA per il mio orgoglio, continuiamo a pregare per la pace."
I produttori della BBC hanno sostituito la parola 'Palestina' con il suono di vetri infranti e questa è la versione che è stata trasmessa e che può essere vista su un video sul sito web della BBC (la censura avviene al minuto 2:59).
La performance "modificata" è stata ripetuta nel mese di aprile durante lo stesso show.
BBC sostiene la decisione di censurare
La Campagna di Solidarietà con la Palestina (PSC) ha impiegato gli ultimi otto mesi per cercare di scoprire perché sia stata presa la decisione di censurare un artista che sollevava la questione della Palestina.
Nel corso di una lunga corrispondenza, il responsabile dei contenuti editoriali per l'audio e la musica della BBC, Paul Smith, ha scritto che il produttore dello show "ha censurato la parola 'Palestina' perché era offensiva - precisando che la parola 'Palestina' va bene, ma intendere che non è libera è una questione controversa".
In quella sola frase, un alto dirigente della BBC ha dimostrato il completo disprezzo della BBC per i palestinesi e per le loro sofferenze, e il suo vergognoso disprezzo del diritto internazionale quando esso viene ignorato da Israele.
Le Nazioni Unite sono chiare nel dichiarare illegale l'occupazione israeliana della terra palestinese, e la Risoluzione 242 delle Nazioni Unite chiede il ritiro di Israele dalla Cisgiordania e da Gaza. Le parole "Palestina Libera" nella canzone sono fondamentalmente una evocazione per la stessa richiesta.
E' ovvio il motivo per cui Israele, l'occupante, vorrebbe mettere a tacere le richieste per una Palestina libera, ma non è così chiaro perché la BBC si comporti nello stesso modo. I tentativi del CPS per scoprirlo, sostenuti da una campagna di pressione elaborata da parte dei suoi membri, ha portato il 31 gennaio 2012 alla sentenza della BBC secondo cui era stato "troppo prudente" censurare le parole, ma che il contenuto finale trasmesso nello Charlie Sloth show non è stato di parte e quindi non ha violato le linee guida editoriali.
E così questa emittente finanziata dai contribuenti pubblici ha eluso la nostra accusa di aver manifestato un pregiudizio contro la Palestina attraverso la sua censura del lavoro di un artista, e invece si è difesa affermando che il contenuto finale, da cui la parola "Palestina" era stata rimossa, non era prevenuto contro la Palestina.
Si tratta di un livello di manipolazione e di doppiezza che non sarebbe fuori luogo nel romanzo autocontraddittorio e di logica circolare di Joseph Heller, Catch 22.
Gli artisti denunciano la censura della Palestina
Il musicista e attivista politico Lowkey, che ha fatto regolari apparizioni nella trasmissione Charlie Sloth Hip Hop M1X, ha detto approposito della decisione della BBC: "Questa censura costituisce un pericoloso precedente per il futuro della BBC, dove sembra che le persone siano libere di criticare qualsiasi stato nel mondo, anche il loro, ma non Israele. Inoltre, a quanto pare si è liberi di riconoscere la condizione di un qualsiasi gruppo di persone nel mondo, a parte il popolo palestinese. Ci si può solamente chiede il perché."
Lowkey è stato uno dei 19 tra artisti, parlamentari, accademici e giuristi che hanno firmato una lettera al quotidiano The Guardian il 23 Maggio 2011 per protestare contro le censura definendola come "un attacco ai principi della libertà di parola" ("Palestina sulla BBC").
Il regista di film e per la televisione Ken Loach era tra i firmatari, e ha anche condannato la sentenza definitiva della BBC di questa settimana, accusando la società di esprimere "un perverso giudizio politico".
Ha poi aggiunto: "il pregiudizione della BBC nei confronti di Israele è coerente, inflessibile ed è stato chiaramente documentato dal Glasgow Media Group Cattive Notizie da Israele e Altre Cattive Notizie da Israele. Un piccolo esempio: quando la Palestina è stata ammessa all'UNESCO, il notiziario Radio 5 Live del pomeriggio ha trasmesso il commento di un solo intervistato. Indovinate un po? Era un israeliano. A nessun palestinese è stato permesso di parlare. In generale, la voce palestinese non si sente."
Le voci palestinesi sono assenti nei programmi di punta della BBC
L'assenza della voce palestinese nella notevole produzione della BBC è lampante. Ancor di più rispetto alla frequenza con cui sono invitati i ministri del governo israeliano, i leader dell'opposizione e i portavoce ad esprimere le proprie opinioni.
Il programma Today su BBC Radio 4 viene promosso dalla BBC come il notiziario di punta. Trasmesso tutti i giorni tranne la domenica, è ampiamente riconosciuto come il pianificatore dell'agenda politica della giornata.
Nei 12 mesi dal febbraio 2011 al febbraio 2012, Today ha condotto almeno sei interviste approfondite con singoli i portavoce israeliani, tra cui Danny Ayalon, viceministro degli Esteri di Israele, e Tzipi Livni, il leader di Kadima, ora partito di opposizione in Israele, il quale in precedenza ha guidato il governo e ha ordinato l'Operazione Piombo Fuso, massacro di Israele a Gaza del 2008-09. Sono stati trasmessi anche un colloquio con l'ambasciatore israeliano uscente a Londra nel giugno 2011 e con il suo successore tre mesi dopo.
La caratteristica saliente di ogni intervista è che i giornalisti più influenti della BBC, tra cui John Humphreys e James Naughtie, entrambi famosi per il loro stile aggressivo nelle intervista, le condussero senza contestazioni o interruzioni. Inoltre, le interviste furono incentrate sulle questioni della "sicurezza di Israele alla luce della primavera araba" e "la minaccia di Iran." L'aggressione di Israele verso i palestinesi e le sue quotidiane violazioni del diritto internazionale non sono stati ritenuti argomenti di discussione.
In quello stesso periodo, non un solo leader palestinese o portavoce è stato invitato ad una simile intervista sul programma Today. Mentre gli israeliani sono stati intervistati, in media, una volta ogni due mesi, il punto di vista palestinese semplicemente non è stato richiesto.
Questa cultura di promuovere la prospettiva israeliana, mentre si negano gli stessi diritti ai palestinesi è vividamente emersa durante la visita di tre giorni del leader dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas a Londra il mese scorso.
Abbas ha incontrato il Primo Ministro David Cameron e il Vice Primo Ministro Nick Clegg, così come l'Arcivescovo di Canterbury, il principale rappresentante della Chiesa d'Inghilterra, per discutere dei colloqui di pace. Nel corso di una conferenza stampa con Abbas, Clegg ha condannato le colonie israeliane in Cisgiordania e le ha descritte come "un deliberato atto di vandalismo" ai danni dei negoziati di pace.
Eppure, nella trasmissione Today, e in tutta la produzione editoriale della BBC, era come se la visita Abbas non fosse mai avvenuta. L'autoproclamato notiziario di punta della BBC non ne ha fatto menzione nel corso dei tre giorni in cui era a Londra, non ha trovato nulla di interessante di cui riferire in merito dalla conferenza stampa con Clegg, e di certo non c'era alcuna lunga e ininterrotta intervista con un qualsiasi personaggio palestinese, nonostante questa fosse l'occasione ideale per sentire il loro parere.
Ancora più incredibilmente, il primo giorno che Abbas era a Londra, il programma Today non solo lo ignorò, ma scelse invece di intervistare il Vice Ministro degli Esteri israeliano, Danny Ayalon, che si trovava a Manchester, per ben sei minuti durante i quali non gli fu contestata una qualsiasi delle ben documentate violazioni di Israele.
La Palestina "non esiste"
Tutto ciò è abbastanza scioccante, ma non finisce qui.
Nella stessa lettera in cui ha contestato l'occupazione, Paul Smith della BBC ha continuato ad affermare: "la Palestina non esiste al momento... 'Palestina' si riferisce ad uno stato storico o a un'aspirazione."
Secondo i giornalisti della BBC che hanno parlato al PSC (Campagna di Solidarietà con la Palestina), questa è la politica "non ufficiale" della BBC sulla "Palestina" e da qui i disperati tentativi per censurare la parola dalle sue trasmissioni. Un'eccezione, dicono, sarà fatta durante le Olimpiadi quando si parlerà degli sforzi dei concorrenti palestinesi.
Ma questo non è ancora abbastanza. Nel mese di novembre, il PSC ha scritto alla BBC per chiedere perché a Canon Giles Fraser, il recentemente scomparso Cancelliere Canonico della Cattedrale di St. Paul a Londra, era stato permesso di dire che era in visita in Israele, durante un report per il programma Sunday quando, invece, le città che ha visitato erano Betlemme e Gerusalemme Est - entrambe nella West Bank occupata.
Abbiamo ricevuto questa risposta: "Egli non riferiva di andare in Palestina perché al momento non c'è alcun stato indipendente della Palestina. L'obiettivo del processo di pace è quello di stabilire uno stato di Palestina accanto a uno Stato di Israele, ma finché ciò non accade molte persone preferiscono di non usare la parola".
Ecco qui - per quanto la BBC ne sia interessata, la Palestina è una parolaccia. E' controversa ed il suo utilizzo può offendere le persone che negano la sua esistenza.
A chi giova la cancellazione della Palestina dai nostri notiziari? Le stesse persone che beneficiano del completo fallimento della BBC nell'inserire eventi di cronaca dai territori occupati nel contesto di occupazione, blocco, demolizioni di case, furto di terre, arresti arbitrari e processi di civili, bambini compresi, in tribunali militari, la distruzione di terreni agricoli e oliveti da parte dei coloni, attacchi aerei e terrestri e molto altro ancora. Le stesse persone che beneficiano quando la BBC invita costantemente portavoce israeliani nei suoi programmi ad esprimere le loro paure per la sicurezza di Israele, senza menzionare il terrore quotidiano dei palestinesi sotto occupazione.
Il risultato è una copertura che è incompleta e male informata nel migliore dei casi e complice di un'occupazione illegale nel peggiore dei casi. Spaventosamente, è prodotta e trasmessa da una società di media, la BBC, che fa la parte del leone nell'audience del Regno Unito e che ha una portata mondiale.
E, al tempo delle rivolte arabe, mentre la BBC sta mostrando le lotte di milioni di persone per la libertà, la sua più grande vergogna è che rimane impegnata a pratiche editoriali che rendono la Palestina invisibile.
Amena Saleem
Attivista per la Campagna di Solidarietà con la Palestina del Regno Unito e tiene d'occhio la copertura dei media della Palestina come parte dei suoi resoconti. Ha guidato per due volte i convogli verso Gaza per il PSC. Ulteriori informazioni sul PSC sono disponibili all'indirizzo: www.palestinecampaign.org
Fonte: electronicintifada