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RESOCONTO DEL PROCESSO BDS DELL’8 MARZO

La mascherata, la menzogna e l’ipocrisia sono state ancora una volta le protagoniste di questo giovedì 8 marzo, alla Corte d’Appello di Parigi, dove Olivia Zémor compariva per aver pubblicato sul sito www.europalestina.com il video di un’azione di boicottaggio al Carrefour di Évry, organizzata il 4 luglio 2009 da una decina di associazioni.

I 4 avvocati delle parti civili hanno ripetuto fino alla nausea la loro litania sulla “grande democrazia israeliana” che si vorrebbe “delegittimare”, osando parlare di apartheid, e sul “terrorismo di Hamas” (pronunciate KHamas, come hanno fatto i signori Goldnadel & Co. almeno un centinaio di volte).

Sono stati “offesi”, “colpiti” dalla “messinscena imposta ai clienti del negozio Carrefour” (ed ecco che adesso le officine israeliane sono le rappresentanti dei consumatori!).

Messinscena nella quale dei militanti, dopo aver ballato, si sono stesi a terra e ricoperti di lenzuoli macchiati di ketchup, per rappresentare i morti e feriti palestinesi, qualche mese dopo i massacri di Gaza, massacri che vorrebbero far passare per perdite e profitti.

Questi stessi che approvano i bombardamenti di popolazioni civili in Libano e a Gaza, che li hanno voluti in Libia e che li vorrebbero anche per l’Iran, pretendono di trovare discriminatorie le azioni non violente del boicottaggio.

Reclamano a gran voce la condanna dei militanti che osano chiamare al boicottaggio dello “Stato ebreo”, come amano ripetere, in modo che i giudici facciano un parallelo tra boicottaggio di Israele e boicottaggio degli ebrei. In pratica, gli ebrei sono le vittime. Basta con i Palestinesi. L’occupazione e la colonizzazione non esistono. D’altronde viene da chiedersi dove potrebbero avere luogo, poiché per le parti civili, così come per Netanyahou e Lieberman, Israele non ha frontiere.

I sostenitori della colonizzazione israeliana hanno affermato, senza scherzare, che potremmo discutere della politica israeliana nelle “aule di conferenza” (sic) ma non nei negozi! (se si pensa al numero di conferenze sull’apartheid israeliana vietate dal CRIF nelle università francesi!).

Davanti a delle arringhe di un livello così sconfortante (perché dimenarsi quando tutto dipende in realtà dalla pressione politica che si fa pesare sui magistrati?), le preziose testimonianze della deputata europea Nicole Kiil-Nielsen e della militante israeliana Leehee Rothschild hanno messo i puntini sulle i, poiché entrambe sanno di cosa parlano riguardo alle discriminazioni vere, quelle subite dai Palestinesi, così come sul rifiuto ostinato dei nostri dirigenti di sanzionare la forza di occupazione, per far cessare queste persecuzioni e questa pulizia etnica vecchie di più di 60 anni.

I nostri avvocati, Dominique Cochain e Antoine Comte sono stati brillanti, smontando punto per punto la requisitoria della procuratrice, secondo la quale Olivia Zémor sarebbe colpevole di “discriminazioni nei confronti di persone”, in particolare i “produttori israeliani” dei succhi di frutta, arance e altri prodotti che il video chiama a boicottare.

Al di là del fatto che tutti gli appelli al boicottaggio di altri paesi da parte di varie personalità siano autorizzati in Francia, la rappresentante del procuratore generale ha giustificato il fatto che Olivia Zémor sia la sola accusata, quando invece questo video è stato girato e pubblicato da altre organizzazioni, dichiarando: “è cosa nota che la sua associazione ha in Francia un ruolo di leader in materia di boicottaggio di Israele”. Una confessione incredibile, che non ha niente a che vedere con la legge, ma traduce benissimo una volontà politica: tagliamo la testa e il resto seguirà!

Non tutti i magistrati possono avere il coraggio e l’indipendenza della signora Anne de Fontenette, che ha rifiutato di chiedere una pena contro Oliva Zémor in primo grado, in occasione del processo dello scorso 17 giugno, davanti alla diciassettesima sezione penale del tribunale di Parigi. Giovedì, il magistrato che rappresenta il governo ha obbedito agli ordini della sua gerarchia, e ha richiesto contro la presidente di EuroPalestine una multa di 1000 euro, pena del tutto incoerente se si ritiene sinceramente che l’azione rappresentata nel video costituisca una discriminazione razzista.

Ma chi parla di sincerità qui?

I giudici daranno il loro verdetto il prossimo 24 maggio.

E nel frattempo noi saremo presenti in massa il 15 marzo al tribunale di Bobigny, per dimostrare a che punto siamo determinati a proseguire questa battaglia per la giustizia e contro l’annientamento di tutto un popolo.

Perché i processi BDS proseguono: ce ne sono altri due solo nel mese di marzo! Ma l’intimidazione, le minacce, la repressione non hanno nessun effetto su di noi. Devono saperlo.

Ci vogliono anche soffocare finanziariamente, perché i processi costano molto in Francia, ma noi contiamo sul vostro sostegno economico (Gli assegni sono da inviare a EuroPalestine: 16 bis rue d’Odéssa, 75014 Paris).

Vi diamo appuntamento giovedì prossimo 15 marzo a mezzogiorno al tribunale di Bobigny, dove molte personalità militanti verranno per prendere la parola e manifestare la loro solidarietà! Venite in TANTISSIMI! (M° Pablo Picasso, capolinea della linea 5).

La campagna BDS si estende in Francia come nel resto del mondo, così come le iniziative per esigere la libertà di circolazione per i Palestinesi e tutti quelli che vogliono render loro visita. La missione “Benvenuti in Palestina” (dal 15 al 21 aprile) ha già superato i mille partecipanti. Non è troppo tardi per iscriversi: contattateci, per maggiori informazioni, all’indirizzo contact@bienvenuepalestine.com

Cordialmente

Fonte: CAPJPO
 

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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