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Verrà rilasciata domani la compagna Khalida Jarrar, membro del Consiglio legislativo palestinese

Oggi l'associazione Addameer (in supporto ai prigionieri palestinesi) ha annunciato la data del rilascio per il membro del Consiglio legislativo palestinese Khalida Jarrar è stata fissata per domani, venerdì 03 giugno 2016.

Il membro del Consiglio legislativo palestinese è stato arrestato lo scorso 02 aprile 2015, quando le forze di occupazione israeliane hanno circondato la sua abitazione nel quartiere Al-Ersal di Ramallah. Dopo aver distrutto l'ingresso principale hanno fatto irruzione in casa, dove la compagna risiedeva con il marito. È stata poi arrestata e portata via all’interno di una jeep militare.

Jarrar è stata inizialmente condotta nell’insediamento Beit El e successivamente trasferita in un campo militare vicino al villaggio di Jaba' nella zona est di Gerusalemme. Poi è stata trasferita nel campo militare di Ofer, nei pressi di Ramallah, dove hanno avuto luogo i primi interrogatori durante i quali la Jarrar è rimasta in silenzio, rifiutando cibo e acqua. In seguito è stata trasferita nella prigione di HaSharon ed incarcerata.

Khalida Jarrar, che durante la sua prigionia ha sofferto più volte di infarti ischemici, ipercolesterolemia e trombosi venosa profonda, è stata inizialmente posta sotto detenzione amministrativa dopo aver ricevuto un’ordine di fermo amministrativo di 6 mesi il 05 aprile 2015. Probabilmente anche a seguito delle proteste internazionali e della pressione dell'opinione pubblica il provvedimento di fermo è stato successivamente limitato a concludersi il 04 maggio 2015.

Un elenco di accuse è stato emesso contro di lei il 15 aprile 2015. Dodici accuse ruotavano attorno al suo ruolo di leader politico palestinese, ad alcune manifestazioni a cui ha partecipato, alle dichiarazioni ed interviste rilasciate ai mezzi d’informazione e per la sua campagna in sostegno dei prigionieri palestinesi.

Le organizzazioni internazionali hanno condannato la detenzione della compagna Jarrar. Una forte preoccupazione è stata espressa dall'Unione interparlamentare, in una dichiarazione della Commissione per il rispetto dei diritti umani emanata durante la sessione 149i (Ginevra, 15-25 gennaio 2016), circa la convinzione della signora Jarrar sulle numerose irregolarità scoperte in merito al suo arresto, alla sua detenzione e alla repressione subita.

Il 13 aprile 2015, 58 ministri al Parlamento europeo hanno inviato una lettera all’Alto rappresentante Federica Mogherini chiedendo la liberazione della signora Jarrar ed esprimendo la loro più ferma condanna rispetto all’ultima escalation israeliana contro i legislatori palestinesi e per la pratica di detenzione a tempo indeterminato senza né accuse né condanne, spesso sulla base di “prove segrete”, in violazione del diritto internazionale.

Come testimonia l’ultimo dato pubblicato il 99,74% delle condanne emanate dai tribunali militari israeliani si basano su prove segrete, non seguono le direttive per un processo equo e giusto, trasferiscono illegalmente i condannati dai territori occupati e violano molti diritti umani.

Human Rights Watch ha descritto il processo alla Jarrar come “colmo di violazioni per un giusto processo”. A seguito di una mancanza di fiducia nella giustizia del sistema tribunale militare, la signora Jarrar si è dichiarata colpevole per 2 dei 12 capi d’accusa, ed è stata condannata a 15 mesi di prigione.

Da maggio 2016 ci sono oltre 7.000 palestinesi nelle carceri israeliane; 750 dei quali si protraggono sotto gli ordini di detenzione amministrativa.

Fonti: Addameer - Samidoun

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Dopo 14 mesi di detenzione in un carcere israeliano, la leader del Fronte Popolare – nonché membro del Parlamento palestinese – è stata rilasciata oggi

A 14 mesi dal suo arresto, il primo aprile 2015, Khalida Jarrar è stata rilasciata questa mattina dal carcere israeliano in cui era detenuta. La leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e membro del Consiglio Legislativo Palestinese era stata arrestata in un violento raid dell’esercito israeliano nella sua casa  Irsal al-Bireh, vicino Ramallah. A dicembre è arrivata la condanna definitiva: 15 mesi di prigione.

I capi di accusa che pesavano sulla Jarrar erano ben 12, tra cui l’essere membro di organizzazione terroristica (come Israele etichetta il Pflp), l’aver svolto attività politica per l’organizzazione in questione e aver incitato al rapimento di soldati israeliani. Subito era stato spiccato contro di lei un ordine di detenzione ammnistrativa (misura cautelare che non prevede né accuse ufficiali né processo, abusata dalle autorità israeliane) di sei mesi, poi rinnovato.

All’epoca in molti indicarono nella vendetta la reale motivazione dietro l’arresto e la condanna: Khalida Jarrar aveva resistito all’ordine di deportazione a Gerico che Tel Aviv gli aveva consegnato. Con una tenda di protesta piantata per un mese a Ramallah, la parlamentare aveva ottenuto la cancellazione dell’ordine. Nello stesso periodo era entrata nella commissione palestinese che si occupa di preparare report sulle violazioni israeliane da consegnare alla Corte Penale Internazionale. Poco dopo, l’arresto.

La Jarrar non è l’unica parlamentare ad aver passato tempo dietro le sbarre: ad oggi – secondo i dati dell’associazione palestinese Addameer – sono ancora 6 i membri del Consiglio Legislativo Palestinese in una prigione israeliana, accanto a 7mila prigionieri politici.

Fonte: Nena News

Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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