Fronte Palestina

Riflessioni sulla "questione sionista"

«Alle spalle del verde villaggio giordano di Karameh, la terra si alza in impervie colline pietrose dove un campo profughi Palestinese era il quartier generale dei combattenti rivoluzionari palestinesi. Nel marzo del 1968 la forza d’assalto israeliana, nelle prime nebbie del mattino, marciò su Karameh decisa ad eliminare in poche ore lo zoccolo duro della resistenza palestinese. Prima di mezzogiorno tutto era distrutto, ma quelle bande di combattenti armati alla leggera e del loro coraggio furioso, non cedettero ed Israele dovette ritirarsi velocemente, abbandonando veicoli e carri armati. In poche ore la notizia della battaglia si diffuse ovunque e tutti i giovani del mondo cominciarono ad indossare le Kefie quadrettate palestinesi, come simbolo della rivoluzione e della forza dei deboli.»

Chiunque si ritenga antifascista, perché legato ai valori della Resistenza intesa come lotta al nazi-fascismo, non può che essere in modo altrettanto coerente anti-sionista, perché individua nella logica di guerra e di apartheid, che caratterizzano sia lo stato di Israele sia la sua politica, la natura razzista, neo colonialista e fascista che, fin dalle origini, si è espressa con l’usurpazione della terra e della libertà del popolo Palestinese. Natura che attraverso pratiche genocide mira all’eliminazione sia “fisica” della popolazione, sia della sua memoria storica e delle tracce geografiche della sua esistenza.

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TERRORISTA È CHI SACCHEGGIA E DEVASTA I TERRITORI, CHI OPPRIME I POPOLI! SOLIDARIETÀ CON TUTTI I RIBELLI PER LA LIBERTÀ!

Il 15 Maggio ricorre il 66° anniversario della Nakba, la Catastrofe del popolo palestinese, quando il nascente Stato di Israele si impose con la forza occupando e devastando, costringendo alla fuga oltre 700.000 arabi palestinesi.

“Eravamo nel periodo di raccolta quando gli ebrei iniziarono a bombardare le nostre case di notte e al mattino aumentò seppellendo molti sotto le macerie, molti massacri vennero compiuti contro i villaggi palestinesi, specialmente intorno a Gerusalemme. Tutto ciò ci terrorizzò, quindi decidemmo di allontanarci per qualche giorno, settimane al massimo, per tornare quando si sarebbe calmata la situazione, non ci portammo dietro nulla di prezioso, eravamo convinti di tornare. Nessuno immaginava di ritrovarsi 60 anni dopo ancora lontano da casa, lasciarono tutto convinti di tornare, perfino la cucina la misi in ordine prima di uscire.

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Alcune riflessioni sulla "Riconciliazione"

Il gran parlare oggi sull'intesa Al Fatah/Hamas dimostra quanto sia importante davvero arrivare ad un accordo, qualsiasi, che permetta alle due parti di uscire dalla pericolosa situazione che le travolge. Tutti parlano dell'intesa come l'unico processo raggiungibile. Al momento il documento firmato non rispecchia minimamente le richieste della piazza palestinese per arrivare all'unità nazionale. Quel che è stato firmato pone solo una tregua alle ostilità guerreggiate tra entrambi gli schieramenti.

A noi sembra che il momento difficile che stanno passando il governo di Ramallah e quello di Gaza abbia indotto le due parti ad arrivare ad un accordo di “cessate le ostilità”. Contro Ramallah cresce il malcontento popolare sia per le condizioni oggettive (nel campo dell'economia, sociale e della libertà) sia per la situazione politica di stallo. Cresce la colonizzazione sionista che nel 2013 ha raggiunto una percentuale del 300% rispetto all'anno 2012: nuove colonie e non più ampliamento di quelle esistenti. Ciò vuol dire nuovi espropri di terreni e maggiori limitazioni alle libertà di movimento dei palestinesi.

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Iniziative del FP in commemorazione della Nakba 2014

NESSUNA PACE SENZA GIUSTIZIA, NESSUNA GIUSTIZIA SENZA RITORNO

Monza
11/05 - 15/05
Salerno
15/05
Firenze   
15/05
Pisa
15/05
Viareggio
16/05
Milano
17/05 - 19/05
Padova
20/05 - 27/05 - 03/06
Per la commemorazione 2014 della Nakba verranno organizzate le seguenti iniziative:

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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