Pensavamo di essere preparati all’arroganza sionista, ma la “comunità ebraica di Roma” ha voluto smentirci nuovamente. Con un comunicato pesantissimo, questa sedicente comunità se l’è presa direttamente con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. A quanto pare, quella ”comunità” non ritenendosi soddisfatta delle proprie aggressioni ai danni militanti antisionisti e filopalestinesi, delle “scorte” milanesi del PD (Sionista) e delle fandonie autocelebrative pilotate attraverso il mainstrem mediatico; questa volta, nel suo solito stile da “occupante”, si è autoassegnata il ruolo di rappresentante dei “veri partigiani”, espropriando dal proprio storico, legittimo e istituzionale ruolo nientemeno che la stessa ANPI. “Colpevole” di non assecondare una riscrittura sionista della Storia partigiana, della lotta al nazifascismo e dei suoi valori politici.
Pretendere che la “Brigata Ebraica” in quanto “corpo militare inquadrato nell’esercito inglese composto da ebrei che vivevano nelle colonie sotto il mandato britannico - di Palestina, ndr -...”, debba essere il rappresentante dei “veri partigiani” d’Italia appare un’enormità politica da tutti i punti di vista, che non solo dovrebbe far tuonare la protesta del Presidente dell’ANPI Smuraglia e di tutte le diramazioni della stessa Associazione, ma anche degli eredi ideali dei partigiani antifascisti, in primis di quelli comunisti e tra questi, in particolare, quelli di origine ebraica: morti combattendo l’occupante nazifascista.