Apartheid israeliana

Artisti del Sud Africa a Red Hot Chili Peppers: non intrattenete l'Apartheid, scegliete di stare dalla parte giustizia!

Cari Red Hot Chili Peppers,

Siamo artisti del Sud Africa e abbiamo recentemente appreso che nel corso del vostro prossimo tour internazionale (che comprende Bulgaria, Grecia, Libano e Turchia), i Red Hot Chili Peppers hanno anche in programma di esibirsi in Israele nel mese di settembre.

Ci appelliamo a voi per rispondere all'appello palestinese per il boicottaggio culturale di Israele. Come forse sapete, il boicottaggio gode del sostegno della quasi totalità della società civile palestinese (tra cui artisti e gruppi di artisti) e un numero crescente di israeliani progressisti.

ISRAELE, DUE PESI E DUE MISURE

È passato già un quarto di secolo da quando andavo di paese in paese nelle zone rurali degli Usa esortando gli statunitensi, specialmente gli studenti, ad esercitare pressioni a favore del boicottaggio in Sudafrica. Oggi, purtroppo, è il momento di intraprendere un’azione simile per obbligare Israele a porre fine alla sua lunga occupazione del territorio palestinese e ad estendere l’uguaglianza di diritti ai cittadini palestinesi vittime di circa 35 leggi discriminatorie.

Sono arrivato a questa conclusione in maniera lenta e penosa. Sono consapevole del fatto che molti nostri fratelli e sorelle ebrei, il cui contributo è stato tanto decisivo nella lotta contro l’apartheid sudafricano, non sono ancora disposti a guardare in faccia il regime di apartheid stabilito da Israele e dal suo attuale governo. Sono enormemente preoccupato che il fatto di porre tale questione possa creare malessere ad alcuni rappresentanti della comunità ebraica con cui ho lavorato strettamente ed efficacemente per decenni. Ma non posso ignorare la sofferenza palestinese a cui ho assistito, né le voci dei coraggiosi ebrei preoccupati dalla deriva discriminatoria di Israele.

Il nuovo governo israeliano

L’accordo tra il Likud di Benyamin Netanyahu e il partito Kadima con a capo Shaul Mofaz ha portato alla nascita del governo israeliano con la più ampia maggioranza parlamentare che lo Stato di Israele abbia avuto dalla sua auto-proclamazione, il 14 maggio 1948. Questo governo sembra quasi un esecutivo di emergenza nazionale.

La necessità di assicurarsi la possibilità di prendere decisioni senza dover rischiare crisi di governo è certamente alla base dell’accordo tra i due partiti che fino a poco tempo fa erano nemici l’uno dell’altro.

In Italia ormai da molto tempo le vicende che riguardano il Medio Oriente e in particolare la Palestina non hanno molto spazio sui giornali e sugli altri mass media. L’attenzione è tutta concentrata sulla situazione siriana. Con la nascita del nuovo governo israeliano si è tornati a parlare, per l’ennesima volta, dell’eventualità che questa svolta rappresenti l’occasione per un accordo con i palestinesi.

Il presidente dell’Associazione palestinese per lo sport: fuori Israele dai comitati Olimpici

Israele dovrebbe essere escluso dai sindacati e comitati olimpici, ha dichiarato il capo della Federcalcio palestinese.

Jibril Rajoub, presidente della Federcalcio palestinese, giovedi ha chiesto che Israele venisse espulso da tutti i sindacati e comitati olimpici internazionali fino a quando "onorerà gli accordi internazionali".

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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