Autorità Nazionale Palestinese

Il rimpasto di governo disapplica la riconciliazione palestinese?

RamallahIl presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Mahmoud ‘Abbas, è intervenuto a difesa dell’operazione di rimpasto di governo che qualcuno aveva giudicato essere contraria agli accordi di riconciliazione nazionale e alla Dichiarazione di Doha.

In Qatar, le leadership di Hamas e Fatah avevano stabilito la formazione di un governo di unità con il compito assoluto di allestire elezioni presidenziali e legislative, e lavorare alla ricostruzione di Gaza.

‘Abbas mette in chiaro che la Dichiarazione di Doha per la formazione di un governo tecnocratico non viene violata dal rimpasto del governo guidato da Salam Fayyad e ribadisce che, tra i motivi di stallo dell’accordo di riconciliazione vi è la mancata presentazione di registri elettorali a Gaza.
“Se i registri fossero pronti oggi, ci vorrebbero almeno 4 o 5 mesi per lo svolgimento delle elezioni”.

 

Si può anche criticare i palestinesi, cari amici del Manifesto...

Non è la prima volta che l’amico Michele Giorgio, insieme al suo giornale il manifesto, rivolgono duri giudizi e aspra critica al movimento palestinese, all’Anp e al suo Presidente Mahmoud Abbas. Dal momento che Michele Giorgio insiste nell’attirare l’attenzione sulla situazione interna palestinese, una cosa legittima e un suo diritto, abbiamo anche noi il diritto di replica e speriamo di avere lo spazio per farlo.

La critica e l’autocritica hanno fatto da sempre parte del nostro patrimonio organizzativo e  politico, in tutte le fasi del nostro cammino, sono state spesso esercitate fino al punto, qualche volta, di arrivare a sfociare in qualche scissione. In un movimento e in una lotta come la nostra è impossibile non esercitar la critica e subirla in ogni momento e passaggio. Il Presidente Arafat ripeteva sempre: “Lascia fiorire le rose nel giardino della Rivoluzione”.

Dott. Mehanna: tutti gli accordi bilaterali tra Fatah e Hamas non porteranno ad una soluzione radicale ed effettiva

Assicura il membro del Burò Politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Dott. Rabah Muhanna, l'esperienza del dialogo e dell'accordo bilaterale tra Fatah e Hamas conferma che tutti gli accordi fatti in questo contesto non porteranno a soluzioni radicali e pratiche.

Inoltre il Dott. Muhanna ha rinnovato, durante un'intervista in onda su Canale Palestina oggi, le accuse ad entrambe le parti che non desiderano avere la realizzazione di un accordo e di una riconciliazione sincera, pervia di una combinazione di fattori tra cui la salvaguardia degli interessi personali e di gruppo, la pressione esterna, e non riconoscere l'importanza della riconciliazione, nel sostenere e rafforzare la fermezza del nostro popolo.

VIETATO CRITICARE I GOVERNI IN CISGIORDANIA E GAZA

Giornalisti e blogger nel mirino dei servizi di sicurezza di Abu Mazen mentre Hamas avverte che si rischia l'arresto parlando in pubblico delle cause della crisi energetica a Gaza.

Ramallah/Gaza, 07 aprile 2012
(nella foto il giornalista Yousef al Shayeb)

Nei Territori occupati è vietato criticare le autorità palestinesi. In Cisgiordania giornalisti e blogger sono presi di mira dai servizi di sicurezza dell’Anp (cioè Fatah) mentre a Gaza chi attacca il governo di Hamas per la mancanza di carburante, rischia una pesante multa e perfino il carcere. I due «governi» fanno a gara nel complicare la vita della popolazione già alle prese con l’occupazione militare israeliana. Ne sa qualcosa Asmat Abd al Khaleq, una giornalista arrestata a fine marzo a Ramallah dalla polizia politica dell’Anp per aver attaccato su facebook il presidente Abu Mazen. La procura rifiuta di rilasciarla su cauzione e la giornalista rischia di essere processata per «vilipendio del presidente e del governo» nonostante l’articolo 19 dello Statuto palestinese garantisca la libertà di espressione.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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