Campi profughi palestinesi

La caduta di Fatah e l'OLP

Il nuovo articolo di Khaled Barakat sul ruolo di Fatah oggi e l’attuale situazione dell’OLP da una prospettiva di classe attraverso un'analisi acuta e critica.

Per quasi mezzo secolo il movimento di Fatah ha dominato la scena politica palestinese, la maggior parte dei collegi elettorali e delle istituzioni dell'OLP. Ha usato tutti i metodi e gli strumenti per sostenere il predominio della decisione politica: denaro per demonizzare ogni parere dissenziente dalla "leadership", utilizzo "legale" della repressione fino alla detenzione nelle prigioni, oltre all'impiego di lotte e violenze contro gli avversari al suo interno.

Georges Ibrahim Abdallah parla a Gaza e al mondo

Mentre la settimana di azione per richiedere la liberazione di Georges Ibrahim Abdallah prende il via, ed entra nel suo 35° anno di prigionia, il compagno ha registrato un messaggio per il popolo di Gaza dalla prigione francese di Lannemezan. Il suo spirito e la sua visione politica restano intatti e chiari. Riportiamo di seguito le sue parole:

Cari fratelli e sorelle, mandiamo un saluto ed un apprezzamento alle lotte dei combattenti della Grande Marcia del Ritorno e la Rottura dell'Assedio.

Sulla nuova legge sionista che ribadisce unicamente l'origine del progetto razzista e colonialista

Nel 1917 il futuro primo presidente di Israele Chaim Weizmann, interrogato dal filosofo Arthur Ruppin (anch’egli convinto sionista), riguardo i possibili rapporti degli immigrati ebraici con la popolazione nativa palestinese, rispose in modo seccato: “gli inglesi ci hanno assicurato che in Palestina ci sono solo qualche migliaio di kushim (negri) che non contano nulla”.

La legge approvata il 19 luglio 2018 dal governo sionista pare abbia indignato molti, ma a dire la verità non molto. Un provvedimento esaltato dal premier Benyamin Netanyahu che l’ha definito “un momento chiave negli annali del sionismo e dello stato di Israele” e condannato dall’opposizione (con i testa i partiti arabi), dai palestinesi e dalla stessa Unione europea. A parole.

Ma che colpa abbiamo noi?

I palestinesi subiscono da oltre 70 anni il più grande tentativo di Pulizia Etnica della storia: Nakba, Naksa, Sabra e Chatila, Piombo Fuso sono solo alcune delle terribili tappe che hanno segnato il genocidio. A queste si aggiunge un quotidiano stillicidio prestabilito in maniera mirata: isolamento, cibo razionalizzato, acque avvelenate, corrente elettrica misurata per riuscire appena a sopravvivere e non vivere, omicidi mirati, torture, sequestri di uomini, donne e bambini, ferimenti per rendere invalida la persona. Il tutto in perfetto stile razzista.

Nella sua autobiografia lo scrittore afroamericano Richard Wright descrive il clima di terrore che incombeva sulle comunità nere nel Sud della segregazione: “Erano tempi, scrive, in cui un crimine commesso da un nero diventava un crimine commesso dai neri; e la conseguenza era la punizione collettiva, il massacro ritualizzato che abbiamo imparato a chiamare linciaggio”.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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