Colonialismo sionista

Discussione sulla resistenza nonviolenta

Vergato Bologna Italia - 14 luglio 2012

Grazie Lina,

Il tuo intervento e’ importante, per noi che da tanti anni lavoriamo e partecipiamo da "esterni" alla lotta Palestinese contro l’occupazione Israeliana.

Io lavoro in un istituto di ricerche per la pace che sostiene la necessita’ di dotare la societa’ civile in tutti i paesi del mondo di uno strumento organizzato chiamato Corpi civili di pace. Lavoriamo per l’empowerment delle societa’ civili ed i loro diritti con strumenti nonviolenti per il cambiamento sociale. Non siamo sostenuti da fondi pubblici e politici ed i fondi per le nostre azioni sono personali o frutto di crowd funding.

Se la Palestina non esiste, non esiste alcuna occupazione: le ingannevoli (e non nuove) tesi di Yediot Ahronoth

Qualche giorno fa il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato un articolo dal titolo “Goodbye, occupation myth” (Addio alla leggenda dell’occupazione) sostenendo la tesi, affatto nuova per il sionismo, che la Palestina non esiste.

Nel catenaccio del pezzo si specifica:Anche in termini puramente giuridici, Israele non occupa nemmeno un centimetro di Giudea e Samaria”. Attenzione alla terminologia: Giudea e Samaria, ovvero i nomi storici ebraici che indicano il perimetro dei Territori Occupati, quella porzione di terra che venne appunto occupata dagli israeliani dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967.

Qual è il tipo “giusto” di resistenza?

La copertura mediatica del movimento di resistenza palestinese è modellato per adattarsi alla narrativa occidentale della nonviolenza.

Nel corso degli ultimi mesi, diversi mezzi di informazione internazionali hanno pubblicato articoli fissati sul cosiddetto “nuovo” movimento palestinese non-violento. Due sono gli errori che hanno accompagnato rapporto e analisi di questo tipo: Primo l’uso del termine “non-violento” e le sue connotazioni; secondo la narrativa che circonda il movimento.

VIDEO: L’ESERCITO PIU’ MORALE DEL MONDO

Un filmato girato a Hebron mostra due guardie "di frontiera" israeliane che aggrediscono un bambino palestinese. Intanto cresce il rischio legato alle esercitazioni delle unita' speciali di Israele.

Poche immagini, che parlano da sole. Questa scena è stata filmata il 29 giugno scorso ad Hebron da un volontario di B’Tselem, che ha ripreso un soldato nascosto dietro un muro. Il bambino si chiama Abd a-Rahman Burqan, ha nove anni e vive con la sua famiglia nelle vicinanze di un parcheggio utilizzato dagli Israeliani. Non ha commesso alcun delitto.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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