Colonialismo sionista

Il nuovo governo israeliano

L’accordo tra il Likud di Benyamin Netanyahu e il partito Kadima con a capo Shaul Mofaz ha portato alla nascita del governo israeliano con la più ampia maggioranza parlamentare che lo Stato di Israele abbia avuto dalla sua auto-proclamazione, il 14 maggio 1948. Questo governo sembra quasi un esecutivo di emergenza nazionale.

La necessità di assicurarsi la possibilità di prendere decisioni senza dover rischiare crisi di governo è certamente alla base dell’accordo tra i due partiti che fino a poco tempo fa erano nemici l’uno dell’altro.

In Italia ormai da molto tempo le vicende che riguardano il Medio Oriente e in particolare la Palestina non hanno molto spazio sui giornali e sugli altri mass media. L’attenzione è tutta concentrata sulla situazione siriana. Con la nascita del nuovo governo israeliano si è tornati a parlare, per l’ennesima volta, dell’eventualità che questa svolta rappresenti l’occasione per un accordo con i palestinesi.

1948 - 2012 La Nakba, una catastrofe non solo palestinese

L’anniversario della Nakba quest’anno cade mentre nelle carceri israeliane i palestinesi hanno ingaggiato una lotta durissima: la “battaglia delle pance vuote”, lo sciopero della fame in difesa della propria dignità e per il rispetto dei più elementari diritti.

Bilal e Thaer sono al 74° giorno di sciopero della fame, ormai allo stremo. Rifiutano il cibo dei carcerieri per protestare contro la detenzione amministrativa, cioè la detenzione senza contestazione di accuse al detenuto e senza processo. Bilal è stato arrestato il 17 agosto 2012, Thaer il 28 giugno 2010. Nonostante la situazione drammatica, perseverando nell’arbitrio e nell’uso terroristico degli strumenti coercitivi pochi giorni fa la corte militare israeliana ha respinto la richiesta di liberazione. Il regime repressivo israeliano è uno dei mezzi più efferati con cui l’architettura statuale sionista perpetua il suo progetto neocoloniale. Terrorismo nei confronti della popolazione palestinese: non c’è altro termine che possa definire l’uso indiscriminato degli arresti, della carcerazione preventiva , della negazione di assistenza legale per oltre 90 giorni, che lascia i prigionieri alla mercé delle forze di sicurezza.

PAPPÈ: PALESTINA, IL FALSO PARADIGMA DELLA PACE

L’occupazione della Cisgiordania nel 1967 è la naturale evoluzione della Nakba del 1948, spiega lo storico israeliano Ilan Pappè. Fino ad un fasullo processo di pace e ad un’impossibile soluzione a due Stati: Israele ha annesso senza annettere, ha fatto della Palestina un non-Stato senza sovranità.

Beit Sahour (Cisgiordania), 14 maggio 2012

L’occupazione della Cisgiordania nel 1967 non è un fatto a se stante ma è la naturale evoluzione della guerra del 1948: la strategia israeliana avviata con la Nakba si è evoluta e realizzata vent’anni dopo, per proseguire nei decenni successivi attraverso il processo di pace, alla ricerca della definitiva soluzione della questione palestinese.

A compiere un’approfondita analisi del conflitto israelo-palestinese, esattamente a 64 anni dalla Nakba (la catastrofe, l’esilio di 750mila palestinesi dalle proprie terre a seguito della creazione dello Stato di Israele) è Ilan Pappè. Il rappresentante dei cosiddetti “nuovi storici israeliani” (seppur non ami tale definizione) ha tenuto una lezione sabato scorso all’Alternative Information Center di Beit Sahour, di fronte ad una sala gremita.

Governo di coalizione: la strategia israeliana

Per tutti i partiti politici ebrei sionisti essere una parte del governo è considerata la norma in Israele. L'annuncio di questa settimana che il partito Kadima si è unito al governo e che le elezioni non si terranno in settembre non è dopo tutto una sorpresa. Michael Warschawski spiega il perchè.

Circa 1000 persone hanno manifestato martedì notte a Tel Aviv per protestare contro la decisione di ritirare le elezioni di settembre e di creare un governo ad ampia base che includa anche il partito Kadima, che fino a questo momento costituisce l'unica opposizione ufficiale in Israele. Come ci si poteva aspettare, i manifestanti, tra i quali c'era anche l'ex leader dell'opposizione Tzipi Livni, si sono scontrati con la violenza della polizia, e molti di loro sono stati detenuti per molte ore.

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