Un amico mi ha chiesto di 'tradurre in italiano' i termini 'antisemitismo' e 'antisionismo', e spiegare perché sono diversi e non paragonabili. Misuro in questo lo strapotere della propaganda israeliana, che vuole presentare queste parole come equivalenti. Allora, traduco.
'Antisemitismo' è un termine coniato nella seconda metà dell'Ottocento: stava a indicare l'odio e il disprezzo per gli ebrei, correlandolo a dati 'razziali', di discendenza etnica. L'odio e il disprezzo insegnati da diverse chiese cristiane, correlate a dati religiosi ('non accettano il Messia') venivano, stante la laicizzazione della società, distaccati dalla religione, e posti invece in rapporto con le idee positiviste, ricoperte di una patina che si voleva, e che non era, scientifica. Da questo momento in poi gli ebrei, in altre parole, non sono condannati per la religione, che volendo si può cambiare, ma per loro dati 'genetici' – in quanto tali, immodificabili.