Dallo scorso 24 aprile una nuova lotta all'interno delle prigioni israeliane [1] rinvigorisce la resistenza palestinese, proprio mentre la leadership delle due maggiori organizzazioni palestinesi si misurano nell'ennesimo tentativo di conseguire un accordo di unità [2].
Persone, collettivi, comitati, associazioni, partiti e realtà sensibili alla tutela dei diritti umani nel sentirsi vicini e solidali al popolo palestinese riconoscono di fatto che la Palestina è sotto occupazione. Lasciando da parte le vili posizioni di equidistanza, possiamo riconoscere ed affermare che rispetto all'occupazione ed alla violazione dei diritti fondamentali di un popolo ci si riconosce, insieme e reciprocamente, dalla stessa parte. Diverso è invece l'approccio su come si esprime la solidarietà: da un lato chi pensa di sostenere i palestinesi da un punto di vista umanitario, dall'altro chi dal punto di vista politico (ma anche all'interno di queste due categorie le soggettività sono svariate e spesso incongruenti).