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Fiat SpA, Fiat Industrial e Finmeccanica traggono profitti dall'occupazione sionista e sono complici dell'economia di guerra israeliana

Dalla relazione del sito canadese Coalition to Oppose the Arms Trade (COAT), estrapoliamo i dati relativi alle collaborazioni delle aziende italiane con Israele finalizzate a trarre profitti dall'occupazione militare sionista.

Fiat SpA

Con un patrimonio di 94 miliardi di dollari, la Fiat è la più grande produttrice di auto in Italia, e la sesta più grande al mondo. Anche se Fiat è l'acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, la parola ha un significato in latino, ed è "sia fatto". Nel linguaggio moderno, fiat può significare un ordine arbitrario, un decreto o un editto emanato da un governante autoritario. Tutto ciò è appropriato perché durante la seconda guerra mondiale, la Fiat ha fabbricato blindati, carri armati leggeri, aerei da combattimento, sottomarini, mitragliatrici e altre armi, non solo per il regime fascista di Mussolini, ma anche per le forze naziste di Hitler.

Israele e la Ricerca europea: partner o complice?

La legislazione dell’Unione Europea, in materia di ammissibilità dei programmi di ricerca che finanzia, afferma che un progetto che “viola i principi etici fondamentali… non deve essere selezionato”.  La denuncia di 250 accademici di 14 paesi europei.

La scorsa estate 250 accademici di quattordici paesi europei, tra cui quasi cinquanta italiani, hanno firmato una lettera aperta al Commissario europeo per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza, Maire Geoghegan-Quinn, per chiedere l’esclusione dai programmi di ricerca europei di aziende e organizzazioni israeliane complici di violazioni del diritto internazionale[1].

Francia: Elbit Systems e IAI si ritirano da fiera aereospaziale. Una vittoria della campagna BDS

A seguito del reclamo contro la ditta tedesca Brita, sull’importazione di prodotti Sodastream, la Corte Europea di Giustizia ha stabilito che i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani nei territori Palestinesi occupati non possono beneficiare delle provvisioni stipulate nell’accordo sul commercio UE-Israele

Mentre nel 2010 ben otto compagnie israeliane, ivi incluse Elbit Systems e Israel Aerospace Industries (IAI), avevano partecipato all’ Aeromart, l’expo aereospaziale di Tolosa in Francia, senza che fosse sollevata la benché minima obiezione, quest’anno una forte campagna iniziata nel febbraio 2012 ha cambiato le carte. In un primo tempo la nostra azione è stata indirizzata al Consiglio Regionale della Regione dei Medi-Pirenei, uno dei principali attori dell’Expo, ottenendo la promessa, la cui attuazione andrà verificata, che le sovvenzioni alle compagnie di media grandezza, sarebbero state subordinate al rispetto del diritto internazionale, ivi incluso quello derivato dalla sentenza della Corte Europea di Giustizia sulla Brita. (1) 

Dalla Svezia a Paola Maugeri: Impegnarsi con Sodastream è tutt'altro che etico!

L'Associazione di solidarietà con la Palestina - Svezia, con 1000 membri e 16 gruppi locali, scrive a Paola Maugeri per chiederle di interrompere i suoi rapporti con Sodastream. Segnala questa lettera a Paola via Facebook e Twitter. Firma anche la lettera di Stop Sodastream indirizzata a Paola.

Cara Paola Maugeri,

In Svezia siamo rimasti piacevolmente sorpresi di sapere della sua ammirazione per il nostro senso di etica e di valori e che le visite che lei fa ogni anno al nostro paese, che chiama i suoi "due mesi di civiltà", sono state un fattore chiave nello sviluppo del suo rispetto per l'ambiente.

Ci ha sconcertato, quindi, apprendere che in Italia lei ha accettato di essere la "PR Ambassador " per la società israeliana Sodastream, i cui principali impianti di produzione si trovano nell’insediamento israeliano di Mishor Adumim, costruito illegalmente nei territori occupati palestinesi.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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