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Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

FPLP: La nostra lotta, non Trump, deciderà il destino di Gerusalemme

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina qualifica la dichiarazione del presidente degli USA, Donald Trump, come una dichiarazione di guerra contro il popolo palestinese ed i suoi diritti, chiarendo la posizione ostile nei confronti dei palestinesi e dichiarandosi complice dello Stato sionista, dei sui crimini contro il popolo palestinese e la sua terra, e su questa base deve essere affrontata.

Inoltre il Fronte Popolare ritiene che con questa dichiarazione Trump abbia sparato un “proiettile di misericordia” sulla cosiddetta “soluzione dei due stati” e sul processo di pace. Ha invitato la leadership palestinese ad apprendere dall'esperienza devastante del ricorso ai negoziati sotto il dominio degli Stati Uniti, ad annunciare un ritiro immediato dall'accordo di Oslo e da tutti gli obblighi ad esso successivi.

Il Fronte Popolare dopo 50 anni: strategia per la liberazione della Palestina

Il Fronte Popolare per la liberazione della Palestina non ha potuto determinare fin da subito la sua visione politica, organizzativa, intellettuale e i suoi obiettivi strategici generali, dopo la sua fondazione ufficiale l'11 dicembre del 1967. Questo semplicemente perché il FPLP era formato da una coalizione composta da più di una fazione e da un gruppo rivoluzionario di guerriglia che aveva iniziato a emergere, non si considera ancora un partito politico unificato, governato da una visione centrale globale e da leggi e regolamenti interni.

La natura e le circostanze della nascita, le sue complessità e condizioni, sono rimaste un freno deciso e ostinato alla realizzazione delle condizioni necessarie per lanciare la visione intellettuale, politica e organizzativa del partito, una visione strategica che riflette l'essenza del suo progetto rivoluzionario e, soprattutto, giustifica la sua esistenza e necessità.

Si può dire che il primo tentativo serio e di successo a questo livello è stato raggiunto dopo la conferenza del febbraio 1969 e dopo la scissione nel Fronte Popolare. Questo periodo è stato accompagnato da uno stato di divisione, di confusione e da una tempesta intellettuale, politica e organizzativa, oltre a conflitti e le contraddizioni personali e interne che in alcuni casi hanno quasi sopraffatto questo nuovo partito rivoluzionario. Soprattutto nel periodo successivo alla sconfitta nell'aggressione sionista del 1967, quando quasi tutti i regimi arabi, sia "nazionalisti" che reazionari trovarono nel sostegno della destra palestinese una soluzione e un modo per affrontare la minaccia della sinistra rivoluzionaria araba espressa in questo nuovo partito. Pertanto la visione del percorso e della lotta del PFLP si sviluppò inizialmente in una nascita incerta, difficile e sanguinosa.

FPLP: il “17 Ottobre” rimane un esempio eroico di resistenza

Le Brigate Abu Ali Mustafa, il braccio armato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, hanno rilasciato una dichiarazione in occasione del 16° anniversario dell'operazione 17 ottobre, sottolineando che le forze che attaccano la resistenza e difendono i nemici percorrono un sentiero tortuoso e criminale. Il percorso per raggiungere il sogno palestinese e la promessa di liberazione è quello sulle orme della resistenza e della violenza rivoluzionaria.

Le brigate hanno dichiarato che l'arma della resistenza non si può negoziare e non permetteranno che sia né violata né compromessa: queste armi sono legittime finché l'occupazione sarà presente sulla terra di Palestina.

Leila Khaled: Le donne palestinesi sono più forti della congiura della normalizzazione

«La marcia di normalizzazione organizzata dalle forze sioniste insieme alla cosiddetta “commissione per la comunicazione con la società israeliana” è in contraddizione fondamentale con la posizione e la lotta del popolo palestinese e la rivendicazione dei loro diritti nazionali. Questa iniziativa ha lo scopo di distorcere e mistificare gli obiettivi della lotta di liberazione palestinese e la lotta delle donne palestinesi e arabe» ha dichiarato la compagna Leila Khaled, membro dell'Ufficio Politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. «Questo è un altro tentativo fraudolento, nonché ripetitivo, di celarsi dietro lo slogan della “pace” per ingannare il popolo palestinese, quello arabo le persone libere del mondo».

«Il Fronte Popolare starà con il nostro popolo e la sua nazione, sosterrà tutti i movimenti e i comitati per il boicottaggio dell'occupazione per contrastare tutte le forme di normalizzazione politica, culturale ed economica dello stato sionista a prescindere dalla bandiera, gli slogan o le frasi scelte.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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