Quotidianamente Israele ci ricorda di poter violare il diritto internazionale, di poter calpestare la dignità umana e di poter ignorare le risoluzioni ONU senza essere né accusato né sanzionato.
Due anni fa, forse in uno dei casi più gravi e più eclatanti in cui questa supremazia ingiustificata si è espressa, 9 attivisti turchi sono stati uccisi a sangue freddo in acque internazionali mentre cercavano, a bordo della nave Mavi Marmara, ammiraglia della Freedom Flotilla, di rompere il disumano assedio che affligge ormai da anni il popolo di Gaza.
Le navi trasportavano solidarietà ed aiuti (quali sedie a rotelle, medicinali, etc) che avrebbero dovuto raggiungere il porto di Gaza, ma la Israele si è annoverato il diritto, con le navi da guerra di una delle marine militari più potenti al mondo, di attaccare in acque in cui non godeva di alcuna sovranità le navi civili della Flotilla, uccidendo volutamente alcuni attivisti, arrestandone molti altri e sequestrando tutto il materiale trasportato, nonché i beni personali di chi era a bordo: un atto illecito da ogni punto di vista.