Gaza

Criticare o no la leadership palestinese?

In che modo si tradisce* la Causa Palestinese

Quasi sei anni fa la popolazione palestinese ha espresso il proprio voto - benché, non va scordato, si sia trattato di elezioni avvenute sotto occupazione - mostrando con decisione la voglia e la necessità di dare legittimità ad una forza all'epoca presentatasi come rivoluzionaria, Hamas, perché satura di anni di promesse e di finti accordi di pace. In ogni caso, in quelle elezioni il messaggio di rottura contro ogni forma di dialogo con l'occupante è stato chiaro, nonostante il dott. Salman sostenga che il voto pro-Hamas sia stato un modo per "punire" Fatah.

A seguito di questa scelta, opinabile per chi vuole, ma che resta pur sempre una scelta da accettare, la volontà dei palestinesi non è stata rispettata, perché né i governi né l'ONU hanno riconosciuto la legittimità della decisione popolare, né i sostenitori internazionali hanno fatto abbastanza per sostenere la volontà palestinese, forse a causa della persistente illusione di possibili accordi con lo stato sionista, che sempre più spesso hanno fatto capolino nella politica palestinese.

Report della riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia - Benvenuti in Palestina

Domenica 20 maggio si è tenuta a Roma la riunione del Coordinamento Nazionale Freedom Flotilla Italia – Benvenuti in Palestina, con la presenza di compagni rappresentanti le strutture ed i coordinamenti della Liguria, di Milano, della Toscana, di Ancona, Roma, Napoli e Brindisi.

La prima parte della riunione è stata dedicata ad un bilancio della missione “Benvenuti in Palestina”, valutata positivamente in riferimento agli obiettivi raggiunti, primo fra tutti l’interesse mediatico ottenuto e l’impatto sulla società civile palestinese, senza dimenticare le contraddizioni aperte anche nell’opinione pubblica israeliana. A partire da questo successo, si deve aprire la riflessione su tre elementi importanti.

L’AUTORITA’PALESTINESE IN SILENZIO MENTRE ISRAELE CONSOLIDA IL PROPRIO MONOPOLIO SUL CARBURANTE

Israele esercita il controllo esclusivo sulla distribuzione di carburante nei Territori Occupati e lo Stretto di Gaza.

“Non c’è guadagno in questo lavoro – tutto quello che guadagno se ne va per pagare la benzina,” un conducente di taxi di Ramallah racconta lamentandosi, mentre si precipita giù per una strada della periferia della città della Cisgiordania.

I tassisti non sono gli unici ad aver avvertito la morsa del prezzo in aumento del carburante nei Territori Palestinesi. Il prezzo dei cibi basilari – granoturco, olio vegetale e pane- è più alto che mai, dopo aver iniziato a salire stabilmente dal 2011.

La prospettiva sionista della BBC su Gaza

Guardare, leggere o ascoltare un servizio della BBC sull'occupazione palestinese da parte di Israele,  è come attraversare una lente sionista; le testimonianze non esprimono la realtà della situazione ma una versione totalmente distorta della stessa.

In questo mondo capovolto presentatoci da un emittente con una portata globale, è stato affermato che la popolazione assediata di Gaza è ormai abituata alle violenze implacabili e all'assedio israeliano, mentre gli abitanti del sud Israele continuano ad avvertire ansia e terrore quando vengono sparati razzi rudimentali nei loro quartieri.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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