Gerusalemme

Appello di Obeidat per un confronto popolare sulla normalizzazione

Il 2 febbraio lo scrittore e analista politico Rasim Obeidat ha parlato agli studenti di Gerusalemme circa la normalizzazione, le strategie e i meccanismi per affrontarla. A questo proposito, ha detto Obeidat, «dall'inizio del conflitto, il popolo palestinese ha dovuto prestare sempre più attenzione a livello popolare e nazionale rispetto ai rischi di normalizzazione e ai tentativi per imporla al nostro popolo, spingendo verso l'accettazione di Israele come un'entità naturalmente e giustamente insediata sulla nostra terra e sulle rovine e le tragedie del nostro popolo».

Egli ha sottolineato che l'etica e i valori popolari arabi hanno giocato un ruolo importante nei confronti di coloro che cercavano di vendere la loro terra all'occupante, e hanno continuato a svolgere un ruolo cruciale nella costruzione della sensibilizzazione pubblica grazie al confronto con le politiche reazionarie che mirano a importare la normalizzazione nella società civile palestinese.

Marcia Globale verso Gerusalemme: 30 marzo 2012

Marcia Globale verso Gerusalemme: 30 marzo 2012

Il 30 marzo 2012, provenendo da tutti i continenti, convergeremo e ci raduneremo lungo i confini palestinesi con l'Egitto, Giordania, Siria e Libano, con la partecipazione di delegazioni provenienti da ogni paese del mondo, in una marcia pacifica verso la Palestina.

Dall'occupazione sionista del 78% della Palestina nel 1948, e dalla successiva occupazione di Gerusalemme e del resto della Palestina nel 1967, siamo stati testimoni degli sforzi crescenti per giudaizzare Gerusalemme e per colonizzare la Palestina. Questi crimini contro l'umanità sono compiuti sotto la protezione politica e il pieno sostegno delle diverse amministrazioni USA e  coperti grazie al loro potere di veto alle Nazioni Unite.

L'obiettivo dei sionisti è quello di spingere i residenti palestinesi fuori da Gerusalemme e dal resto della Palestina, attraverso atti di terrorismo di Stato, pressioni economiche, restrizioni legali, fino all'espulsione completa.

A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese

A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese, mi limito ad osservare che almeno dalla morte di Arafat in poi, le azioni dell'ANP (Autorità Nazionale Palestinese, alias OLP o Fatah) non sono più solo indotte da Israele, ma piuttosto coordinate con gli organi dello Stato israeliano, vedi ad esempio l'organizzazione e il ruolo della polizia palestinese, e in politica internazionale basti ricordare il caso del rapporto Goldstone. Non vedo perché un'azione politica piuttosto rilevante come quella annunciata non debba essere come altre preventivamente concordata.

I funzionari che guidano l'ANP (OLP-Fatah) non sono affatto persone stupide e sanno benissimo che non potranno disporre, come vorrebbero, di uno Stato palestinese autonomo in accordo con Israele. Allora a che cosa mirano? Si accontentano di uno Stato "temporaneo", come è nei programmi israeliani, o più modestamente di continuare a gestire l'ANP, così com'è, o più realisticamente di “tirare a campare” per qualche anno ancora.

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Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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