Ghassan Kanafani

SIAMO TUTTE E TUTTI PALESTINESI. E NON DIMENTICHIAMO.

Nel quarto anniversario dell’inizio dell’operazione “Piombo Fuso”, fra poche ore la delegazione della Freedom Flotilla Italia sarà al Cairo, per poi raggiungere Gaza, nell’ambito della 4^a missione internazionale “Benvenuti in Palestina”, che comprende anche delegazioni francesi, belghe, irlandesi, svizzere, statunitensi ed una rappresentanza egiziana.

Il nostro obiettivo è quello di testimoniare la solidarietà del popolo italiano con la popolazione di Gaza, tuttora vittima dell’assedio israeliano. Rispetto alle altre delegazioni, noi abbiamo impegni particolari, derivanti dalla ormai consolidata attività dei movimenti italiani per l’apertura di Gaza alla libera circolazione di persone e merci.

Mohammed Abul-Haija: Credere nella lotta armata

Il combattente per la libertà palestinese Mohammed Abul-Haija ha dedicato la sua vita alla causa palestinese, ma nonostante abbia perso la sua casa e molti dei suoi compagni di battaglia, crede ancora che la liberazione della sua patria possa essere raggiunta solo attraverso la resistenza armata.

Nel 1948 Abul-Haija aveva tre anni, quando lui e la sua famiglia furono cacciati da Haifa, poi lo sbarco in Siria passando da Jenin, in Cisgiordania, e dalla Giordania. "Mio padre ha lavorato come agricoltore nella città di Daraa [Siria meridionale]", ricorda Abul-Haija. "Poi ci siamo trasferiti a Dummar, a ovest di Damasco; i miei fratelli più grandi hanno trovato lavoro nelle cave e, infine, ci siamo trasferiti nella Damasco vecchia quando mio padre e i miei fratelli hanno iniziato a lavorare nella tipografia Hashimia".

Segreteria Invictapalestina - COMUNICATO STAMPA

PENTONE (CZ), 24 settembre 2012

La S. Messa celebrata in mezzo agli ulivi, sotto lo sguardo di un blindato israeliano: un momento di un viaggio alternativo in Palestina (Israele e Territori Occupati). Lo hanno fatto quindici persone.

Il documentario del viaggio organizzato da Don Nandino Capovilla sta girando sul canale youtube di InvictaPalestina, Centro di Documentazione sulla Palestina ubicato a Pentone, in provincia di Catanzaro. Lo ha realizzato Rosario Citriniti, esponente dello stesso Centro. Testimonianze (anche di cattolici) e immagini restituiscono la difficile quotidianità dei palestinesi e documentano le strategie israeliane per occupare sempre più territori della Palestina, dalla costruzione del Muro al controllo delle fonti d’acqua, dagli umilianti ceck-point attraversati dai palestinesi ogni giorno per poter andare a lavorare all’occupazione militare dei villaggi palestinesi annessi, all’arresto immotivato e alla tortura delle persone. Azioni che rendono difficile e impossibile la vita dei palestinesi, quelle messe in atto da Israele, interessato alla terra e non a chi ci vive da sempre.

I Popoli che Resistono - COMUNICATO STAMPA

«Qui c’è crisi, possiamo interessarci anche ai palestinesi?», qualcuno è perplesso di fronte a ‘I popoli che resistono’. In realtà la due giorni pensata dal Centro di Documentazione sulla Palestina ha spaziato dalla Calabria ai No Tav, dall’America Latina al Sahara.

Pentone (CZ), 20 agosto 2012

Incontri con esperti, musica e teatro hanno approfondito motivazioni e problemi di chi resiste. In tutto il mondo. L’obiettivo è lo stesso e conoscere la tenacia di chi si oppone a soprusi e imposizioni può dare speranza e stimoli. Anche a un giovane precario per il quale la parola ‘futuro’ sembra un miraggio. L’elemento comune a chi resiste, infatti, sembra essere l’idea che ognuno debba essere libero di vivere bene e realizzare sé stesso, nella propria terra. E’ il ‘buen vivir’, principio inserito in alcune Costituzioni dell’America Latina. Potrebbe essere uno sviluppo del riferimento al «pieno sviluppo della persona umana» presente nell’articolo 3 della Costituzione italiana.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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