Intifada

Il padre di un martire del Fronte Popolare: “Siamo una cosa sola, in tutto il mondo”

Raggiungiamo l'abitazione che fu di Muataz dopo aver superato il filo spinato che circonda una pista d'atterraggio per elicotteri della polizia palestinese. Dalla stradina sterrata che divide le “case” (se così si possono chiamare) del campo profughi, nella maggior parte incomplete e ancora in costruzione, sempre costruite in modo precario e completamente in cemento, scendiamo verso quella della sua famiglia.

Questo campo, Deisha, è tutto pieno di manifesti, scritte e foto di martiri del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, l'organizzazione comunista che dagli anni Sessanta è protagonista, con alterne vicende e successi, della resistenza palestinese all'occupazione israeliana e alla presenza sionista.

Universo di rabbia: i campi profughi di Betlemme

Ahmed guida la sua auto verso la periferia. Quando gli chiediamo se era in città durante l’invasione israeliana del 2002, quando infuriava la Seconda Intifadah (e anche la Chiesa della natività fu cinta d’assedio a Betlemme, scatenando persino le proteste del Papa), prorompe in un’esclamazione: “Mi fai ricordare delle cose che neanche ti immagini”.

Una notte, lui e un’altra dozzina di militanti ricercati da Israele si trovavano in una palazzina abbandonata, proprio a lato della strada che stiamo attraversando; videro nel cielo un aereo da guerra F-16 che si dirigeva verso di loro, e pensarono di essere spacciati. “Nel giro di mezzo secondo, nessuno si trovava più nell’edificio. Chi è saltato giù dalle scale, chi dalle finestre…”. Poi sentirono l’esplosione, ma l’obiettivo era un altro: l’aereo israeliano aveva colpito la stazione di polizia palestinese che si trovava lì a fianco.

Conversazioni a Betlemme: sinistra palestinese e nuovo conflitto

Di fronte alla Chiesa della Natività una comitiva di cristiani intona canti religiosi accompagnati da una chitarra, e le loro note sono coperte, in parte, dall’invito alla preghiera del muezzin della moschea oltre la piazza. È venerdì e sono le 12.00 – ora musulmana della preghiera. Incamminandosi nelle viuzze che salgono per la città vecchia, ragazzi propongono sete e kefiah in vendita, di tutte le qualità: palestinesi, siriane, giordane.

Un anziano signore ci mette in guardia: se proseguirete in direzione del Muro, rischierete di respirare i lacrimogeni. Tutti i venerdì gruppi di giovani lanciano pietre contro la barriera divisoria e le torrette dei soldati, nel punto dove finisce Betlemme e inizia Gerusalemme est, dove la Palestina e la sua popolazione sono divise tra l’autorità formale dell’Anp e quella contestata di Israele.

FPLP saluta i martiri delle brigate Al-Qassam, l'operazione Beit El e chiede di intensificare l'Intifada

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha salutato l'eroica operazione condotta dal combattente palestinese Amjad Sukkari Abu Omar nei pressi del check-point Beit El del villaggio Jamma'in vicino a Nablus.

Il Fronte ha invitato tutti i combattenti in Palestina ad accrescere la fiamma dell'Intifada, affermando che questo percorso è una scelta irreversibile del popolo palestinese.

Il FPLP, facendo notare che il martire era un sergente della polizia dell'Autorità nazionale palestinese, ha affermato che tutti i progetti di coordinamento sulla sicurezza hanno dimostrato il loro fallimento e la loro ricaduta nelle mani del popolo palestinese. Il Fronte ha anche sottolineato la necessità di una revisione globale dei servizi di sicurezza palestinesi per garantire protezione al popolo palestinese e non all'occupante, dichiarando che operazioni come quella svolta a Beit El sono uno schiaffo in faccia alla politica di coordinamento sulla sicurezza con l'occupazione.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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