Intifada

Affrontare l’ovvia verità: l’Autorità Nazionale Palestinese vs. il popolo

Saeb Erekat è un personaggio enigmatico. Nonostante la sua popolarità sia al minimo tra i palestinesi, lui è onnipresente, appare regolarmente in televisione e parla con l’autorità morale di un leader esperto la cui nomea è quella di essere ricco di riconoscimenti e di una visione scaltra e decisa.

Quando è stato fatto un sondaggio tra i palestinesi dal Centro di informazioni e comunicazioni di Gerusalemme (JMCC) in agosto, appena prima dell’attuale intifada, solo il 3% approvava la sua leadership – in confronto al tasso di approvazione, pur sempre misero, del 16% del suo capo, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas. Anche coloro che vengono spesso indicati come leader alternativi – il capo di Fatah, Marwan Barghouti e l’ex primo ministro del governo di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh – risultavano poco popolari, arrivando rispettivamente al 10,5% e al 9,8% dei consensi.

Dichiarazione di Georges Abdallah - Lannemezan 24 ottobre 2015

Care/i compagne/i, care/i amiche/i

A qualche metro da queste mura, da questi fili spinati e da altre torri d’osservazione, riecheggia nella nostra testa l’eco dei vostri slogan e ci porta lontano da questi luoghi sinistri. Certo, la vostra mobilitazione oggi qui non lascia indifferente nessuno: così vicina alle nostre celle, ci dà molto calore e suscita altrettanta emozione ed entusiasmo. Le guardie se lo aspettavano; in qualche modo da quando qui sono detenuti dei prigionieri politici, si sono abituate…

UNA TERZA INTIFADA

I giovani palestinesi soffrono di un continuo disagio, l’occupazione israeliana. Parlando di Terza Intifada, i palestinesi con meno di 30 anni discutono su chi vedono alla testa delle ultime violenze.

Mentre le prime pagine dei media si concentrano sui drammatici attacchi all’arma bianca da parte di palestinesi e israeliani, gli uni contro gli altri, contemporaneamente nelle ultime settimane migliaia di giovani palestinesi sono scesi in strada in Israele, a Gerusalemme est, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza per chiedere la fine della pluridecennale occupazione israeliana, per protestare contro le violenze delle forze di sicurezza israeliane e dei coloni e per chiedere il riconoscimento dei loro diritti umani.

FPLP: le esecuzioni extragiudiziali di giovani palestinesi non spegneranno le fiamme dell'Intifada

Il compagno Jamil Mizher, membro dell'Ufficio Politico del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e leader della sua sezione a Gaza, ha dichiarato che le esecuzioni in corso extragiudiziali e a sangue freddo contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata, a Gerusalemme e nei Territori del '48 non piegheranno la volontà dei giovani palestinesi in rivolta per la vittoria della Palestina.

Mizher ha affermato che c'è una proposta in corso di formalizzazione da parte del FPLP da sottoporre a tutte le fazioni in modo da formare una leadership unificata per trasformare queste azioni di massa in una massiccia rivolta popolare. «Le esecuzioni e gli omicidi rappresentano un disperato tentativo di stroncare la fiamma della rivolta. I tentativi di uccidere giovani uomini e donne palestinesi a sangue freddo riflettono il razzismo e il fascismo dello Stato di Israele ed il suo obiettivo di spazzare la spina dorsale dell'Intifada. Al contrario però, queste esecuzioni, diventano in realtà un forte incentivo a continuare la lotta, scoraggiando gli attacchi terroristici dei coloni».

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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