Intifada

INTIFADA DEI COLTELLI

Ormai si contano a decine i morti e a centinaia i feriti dall'inizio della “Intifada dei coltelli”, che partendo dalla Spianata delle Moschee di Gerusalemme si sta espandendo a macchia d'olio in tutta la Palestina, arrivando ad Hebron, Tel Aviv e Gaza. Proprio l'arma simbolo di questa nuova intifada, rappresenta al contempo la determinazione e la rabbia emergente dalle ceneri degli Accordi di Oslo che, definitivamente abortiti dalla realtà mediorientale, vengono strumentalmente tenuti in vita solo nei salotti buoni delle capitali occidentali, soprattutto quelli della sinistra filo-sionista e atlantista.

La trasformazione del comune coltello da cucina, in arma da sollevazione popolare, utilizzata in temerari attacchi ravvicinati, tesi ad eliminare e disarmare un nemico che, codardamente, preferisce combattere dalla“distanza di sicurezza” garantita dai proiettili sparati con i mitragliatori o dalle bombe sganciate dagli aerei, sta seminando il panico tra coloni e occupanti sionisti. Che non si sentono più così sicuri di poter camminare con arroganza nelle strade usurpate, o di potersi permettere blasfeme e provocatorie camminate in luoghi ritenuti sacri e inviolabili, non solo dai palestinesi ma da centinaia di milioni di persone.

Università di Birzeit: Istituzioni accademiche e dei diritti umani denuncino i crimini di Israele

L’università di Birzeit esprime profonda preoccupazione per la sorte dei due studenti arrestati mercoledì 7 ottobre 2015 durante una manifestazione pacifica a Beit El vicino ad Al Bireh, in Cisgiordania.

Il video dell’accaduto mostra agenti di polizia infiltrati e soldati israeliani che attaccano brutalmente tre giovani, due dei quali sono studenti dell’università di Birzeit. Abdul Rahman Abu Dahab e Ahmed Walid Hamid sono stati picchiati ferocemente durante l’arresto e poi trascinati fino ai veicoli militari. Un altro video mostra esplicitamente un agente infiltrato sparare contro la coscia di Hamid a distanza ravvicinata e poi colpirlo nuovamente.

Le manovre del governo israeliano e il silenzio sulla Palestina

COMUNICATO STAMPA ISM-Italia
Una tappa ulteriore della pulizia etnica della Palestina

È passato oltre un anno dalla fine dell'operazione Margine Protettivo e sulla ricostruzione della Striscia di Gaza è sceso il silenzio. Il generale al Sisi ha terminato il lavoro di distruzione dei tunnel e di centinaia di case nella città di Rafah egiziana al confine con la Striscia, un contributo all'obiettivo occidentale e israeliano di smilitarizzare la Striscia e riportarla completamente sotto il controllo israeliano e dei collaborazionisti dell'ANP. Il discorso di Abu Mazen all’Assemblea Generale dell’ONU il 30 settembre, è stato un elenco puntuale dei crimini israeliani (si è solo dimenticato di citare l'operazione Piombo Fuso, l'operazione Margine Protettivo e le altre), ma non ne è seguita nessuna decisione operativa, per l'incapacità di uscire dai limiti imposti dagli accordi di Oslo, dopo esserne stati gli artefici e i beneficiari. Il discorso è stato definito non “una bomba” ma “un petardo bagnato”.

Comunicato del FPLP – Quattordicesimo anniversario di Abu Ali Mustafa

Comunicato rilasciato dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina In occasione del quattordicesimo anniversario del martirio del leader nazionale Abu Ali Mustafa

Masse del nostro popolo, Liberi di questo mondo

Portando avanti la battaglia popolare e patriottica, la battaglia di liberazione nazionale democratica, il compagno Abu Ali Mustafa, martire e leader nazionale, ha dedicato la sua intera vita alla lotta, con coraggio, chiarezza, fermezza di principio e convinzione nei suoi ideali, con spirito di sacrificio e una visione d’avanguardia rimasta fedele al progetto nazionale, culminata col suo martirio, e che rimarrà sempre un punto di riferimento per le masse.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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