Febbraio 2010. Quando Berlusconi si recò in Israele disse di non aver visto il criminale muro perché intento a scrivere sul taccuino, affermando penosamente di non aver visto il muro di cemento armato costruito dalle forze armate israeliane intorno alle città palestinesi. «Mi spiace deluderla, ma non me ne sono accorto stavo rimettendo a posto le mie idee, prendendo appunti sulle cose che avrei dovuto dire al presidente incontrandolo».
Luglio 2015. Il segretario del PD non si è posto nemmeno il problema di trovare una scusa per dire di non essersi accorto del muro, ha affermato con forza che la sua priorità è la sicurezza di Israele, che le sue radici sono nella Palestina occupata, violentata, martoriata, imprigionata: «Israele è il paese delle nostre radici, delle radici di tutto il mondo e anche il paese del nostro futuro».
Ha poi affermato che boicottare lo stato criminale sionista significa boicottare se stessi, anche se nel caso della campagna “cartellino rosso per Israele” è stato così, nel completo silenzio dei cosiddetti sostenitori della Palestina. Mai genuflessione verso lo stato dell'Apartheid fu più miserevole e servile. Ma tant'è.