Occupazione israeliana

Analisi: trarre profitto dalla normalizzazione

Il dibattito sulla normalizzazione e sui modi con cui essa mina la lotta contro l'occupazione  avvieni essenzialmente in luoghi come riunioni, conferenze, campi giovanili per israeliani e palestinesi e in altre attività dette di "coesistenza".

Ma molto poco è stato detto e scritto sull'aspetto economico o sui guadagni derivanti dalla normalizzazione. Da quando sono iniziati i negoziati di Oslo, è emerso un nuovo settore economico in Israele - un gruppo di persone che fa soldi dai progetti di normalizzazione, finanziati dai donatori in Europa e negli Stati Uniti. Questi israeliani, ed un numero più piccolo di palestinesi, ripetono il solito rituale di organizzare attività congiunte per israeliani e palestinesi, creando l'illusione che tali eventi contribuiscano a calmare il conflitto, e trascurando le reali cause del conflitto. Molti donatori sono felici di contribuire a questi progetti, perché possono vantarsi di aver appoggiato il "processo di pace". Le persone che organizzano questi progetti hanno fatto carriera grazie a questi progetti e continuano a farlo ancora oggi, molto tempo dopo il fallimento del vero e proprio "processo di pace".

Striscia di Gaza: aree ad accesso limitato

L'Alternative Information Center propone la traduzione in italiano del rapporto del Centro Palestinese per i diritti umani (PCHR) sulle area ad accesso limitato nella Striscia di Gaza.

Panoramica della situazione
Le autorità israeliane continuano ad imporre un blocco illegale alla Striscia di Gaza, ponendo restrizioni fisiche ed amministrative sul movimento delle persone e delle merci. Queste restrizioni comprendono anche un "zona cuscinetto", o una zona ad accesso limitato (ARA) su terra e mare. Le restrizioni terrestri comprendono una zona di “divieto di accesso” che si estende per un'area che varia tra gli 0 e i 500 metri dalla barriera israeliana dove l'accesso è vietato e l'area è considerata “ad alto rischio”. Lungo la maggior parte della costa di Gaza, le restrizioni terrestri iniziano a 3 miglia nautiche (MN) dalla costa.

Sulla normalizzazione e la cooperazione

L'attivista marocchino Sion Assidon risponde alla recente serie di articoli sulla normalizzazione pubblicati dall'Alternative Information Center, chiedendo che si ponga fine al progetto di pulizia etnica di Israele e che venga attuato il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, compreso il risarcimento per i beni sottratti.

Le tre esigenze riscontrate da Michael Warschawski per la liberazione della Palestina sono le espressioni che si riferiscono all'adempimento del diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese sul suo territorio. Gli attivisti israeliani devono riconoscere il ruolo di leadership dei loro partner palestinesi in lotta: questa sembra essere la conclusione dell'autore.

Vorrei fare alcune osservazioni rispetto alle tre richieste:

Beit Umar, Nilin, Nabi Saleh, Qaryout, Bilin, Maasara, Kufer al-Dik, Kufer Qaddum, Al Walaje

Gli ultimi tre giorni hanno visto 9 dimostrazioni supportate dall'AATW (Anarchists Against The Wall). Dopo quasi 7 anni consecutivi a Bilin e nei vari villaggi si è ricominciato a dimostrare dopo una pausa.

Nilin ha tenuto una grande e vivace manifestazione, i manifestanti hanno forzato il grande cancello metallico e ha passato l'alto muro di cemento. A Bilin gli organizzatori si stanno preparando per il 7° anniversario della loro lotta ininterrotta.

In Maasara le dimostrazioni entrano nel loro 5° anno. Ogni singola settimana per oltre 4 anni l'esercito ha cercato di intimidire i manifestanti. I componenti del gruppo organizzatori sono stati incarcerati almeno una volta e decine di migliaia di shekel per la cauzione sono stati estratti all'esercito. Gli sforzi non sembrano funzionare, gli ufficiali dell'esercito vanno e vengono, i soldati lasciano l'esercito, ma le manifestazioni a Maasara continuano.

Kufer al-Dik e Kufer Qaddum nella zona di Salfit e Nablus continuano ad avere un gran numero di manifestanti dai villaggi. L'esercito ha arrestato molti giovani uomini e giovani nel corso degli ultimi mesi, ma la determinazione di coloro che rimangono fuori nel continuare a dimostrare resta invariata.

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