Gerusalemme – Per il giornalista palestinese Sami al-Sai era stata ordinata la liberazione dalla custodia dei servizi di intelligence palestinesi a Tulkarem nel mese di febbraio, ma proprio mentre stava per essere liberato, è stato riarrestato e trasferito alla prigione di Jericho. Lì, ha subito 15 giorni di interrogatori e di torture, ha detto ad Al Jazeera.
“Mi hanno appeso al tetto della cella con una corda legata alle mie braccia, loro stavano dietro di me. C’era tanta sofferenza”, ha detto, sottolineando che è stato picchiato sui piedi con un tubo flessibile durante un’altra sessione di interrogatori. “Non avrei potuto credere al dolore … Dopo non potevo camminare in modo corretto, non potevo allungare le braccia”.