Resistenza palestinese

Mohammed Abul-Haija: Credere nella lotta armata

Il combattente per la libertà palestinese Mohammed Abul-Haija ha dedicato la sua vita alla causa palestinese, ma nonostante abbia perso la sua casa e molti dei suoi compagni di battaglia, crede ancora che la liberazione della sua patria possa essere raggiunta solo attraverso la resistenza armata.

Nel 1948 Abul-Haija aveva tre anni, quando lui e la sua famiglia furono cacciati da Haifa, poi lo sbarco in Siria passando da Jenin, in Cisgiordania, e dalla Giordania. "Mio padre ha lavorato come agricoltore nella città di Daraa [Siria meridionale]", ricorda Abul-Haija. "Poi ci siamo trasferiti a Dummar, a ovest di Damasco; i miei fratelli più grandi hanno trovato lavoro nelle cave e, infine, ci siamo trasferiti nella Damasco vecchia quando mio padre e i miei fratelli hanno iniziato a lavorare nella tipografia Hashimia".

Nel suo 12° anniversario l’Intifada di Al-Aqsa è stata rappresentata come un referendum, a dimostrare il fallimento degli accordi di Oslo

Nel dodicesimo anniversario dell’inizio dell’Intifada di Al-Aqsa, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha dichiarato che l’Intifada è stata come un referendum espresso nel sangue sul disastroso e presunto processo di pace ratificato dagli accordi di Oslo.

L’Intifada di Al-Aqsa è esplosa dopo la presa d’assalto della stessa Al-Aqsa da parte del ministro della guerra sionista e dal relativo esercito, dopo il fallimento dei negoziati “Camp David 2″ nel 2000.

L’Intifada era un movimento di difesa che è emerso dopo l’uccisione a sangue freddo di centinaia di palestinesi da parte dell’esercito di occupazione durante delle proteste pacifiche contro l’occupazione e l’insediamento.

Dodici anni dopo risulta ancora in modo chiaro l’intento dei negoziati bilaterali e degli impegni economici e di sicurezza tenuti sotto gli auspici degli Stati Uniti. Tali accordi sono diventati strumenti delle forze di occupazione, di fatto utilizzati per asservirne le esigenze economiche e di sicurezza, per promuoverne lo “stato dai confini temporanei”, espanderne gli insediamenti, diffondere il giudaismo a Gerusalemme e nel West Bank e negare i diritti dei palestinesi.

Smascherare il razzismo dietro la soluzione dei due stati

È stato detto e scritto molto riguardo gli accordi di Oslo e Ginevra. I firmatari sostengono che all’inizio questi documenti molto discussi hanno aperto nuove possibilità di “cooperazione” per quelle posizioni che per lungo tempo sono parse inconciliabili.

Per esempio i firmatari dell’accordo di Ginevra, Yasser Abed Rabbo e Yossi Beilin, credono che “l’unica soluzione del conflitto israelo-palestinese sia la fondazione di due stati”.  E, in quello che suona come un avvertimento, il secondo [il negoziatore sionista NdT] aggiunge che la finestra per la soluzione dei due stati non resterà aperta per un tempo indefinito e che Israele sarà costretta ad affrontare la “minaccia demografica” imposta su di essa dai palestinesi nella Palestina storica. Al contrario questo articolo sostiene che, date le condizioni attuali, la soluzione dei due stati nega la possibilità di una coesistenza reale fondata sull’uguaglianza.

Da Pentone la voce di numerosi Popoli che Resistono

«Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza.
Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza»

Antonio Gramsci

 

Carissimi amici di Invictapalestina,

Quest'anno la nostra superba manifestazione ha portato nelle Piazze di Pentone (CZ) la voce di numerosi Popoli che Resistono, un evento culturale strepitoso che ha visto 2 dibattiti su 9 temi, 3 rappresentazioni teatrali, 3 eventi musicali.

Tutto è stato documentato per creare una fonte sostanziosa anche di autoaggiornamento personale su tematiche di attualità. Al link che segue c'è la parte artistica, inizia con Daria e Maksim che annunciano l'evento dai balconcini fioriti e per le vie di Pentone percorrendo i vicoli spesso trascurati dalle manifestazioni culturali, Segue Patrizia Cecconi che interpreta Kanafani e poi c'è Katia Colica  ed Antonio Aprile che parlano delle periferie urbane, prima delle note dei Kalafro che inneggiano a No Ponte  e No Tav ci sono 2 artisti calabresi Ernesto Orrico e Manolo Muoio con il loro teatro militante.
 

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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