Resistenza palestinese

La cantata rossa per Tall el Zaatar

Ma che nessuno
nessuno dico
che nessuno pianga!
Non una lacrima
dalle terre segrete
del nostro dolore
non una lacrima!
Perché in piedi
in piedi sono morti
Che nessuno pianga!

Mahmoud Darwish, 13 marzo1941 - 9 agosto 2008, il poeta della lotta palestinese

Potete legarmi mani e piedi
togliermi il quaderno e le sigarette
riempirmi la bocca di terra:
la poesia è sangue del mio cuore vivo
sale del mio pane, luce nei miei occhi.
Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,
la canterò nella cella della mia prigione,
al bagno,
nella stalla,
sotto la sferza,
tra i ceppi
nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me un milione d'usignoli
Per cantare la mia canzone di lotta.

                        Mahmoud Darwish

Sa'adat: i palestinesi dovrebbero scendere in strada richiedendo l'unità nazionale per resistere all'occupazione

Il compagno Ahmad Sa'adat, il Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina rinchiuso nelle carceri sioniste, ha invitato le masse del popolo palestinese e le loro forze nazionali, sociali e politiche a scendere in strada e a lavorare in tutti i modi possibili per porre fine alla stato di frammentazione e disintegrazione nazionale, che sta causando un grave danno alla causa palestinese.

Queste dichiarazioni sono state riportate dal detenuto appena rilasciato, il compagno Yousef Abu Ghoulmeh, in un'intervista rilasciata alla radio popolare lo scorso 4 agosto.

Sa'adat, ha detto Abu Ghoulmeh, ha sottolineato che tutte le forze nazionali, tra cui Hamas e Fatah, devono lavorare per porre fine allo stato di separazione e devono elevarsi al di sopra degli ristretti interessi di fazione per portare avanti la causa nazionale e per rispondere alle esigenze popolari di giustizia sociale e libertà democratica.

Palestina e Resistenza popolare, parla un attivista israeliano: "servono valori più che strategie"

Uno dei punti centrali del dibattito sulla resistenza “popolare” o “nonviolenta” palestinese è la strategia. Se Linah Alsaafin sostiene che “le manifestazioni non sono costruite attorno ad una strategia di mobilitazione o su un obiettivo concreto, e non includono la maggioranza della popolazione”, Maath Musleh risponde che “non ci sono alternative”.

Credo che entrambe le affermazioni siano corrette. Però dovremmo sottolinearne soprattutto il carattere ‘popolare’ prima ancora che ‘nonviolento’. Primo, perché così mettiamo l’accento su una lotta che viene dal popolo molto più che dalle formazioni politiche; e secondo perché – anche se si tratta effettivamente di una lotta ‘nonviolenta’ – questo termine è stato più volte distorto da chi è al potere, cosa di cui Linah fa cenno nel suo pezzo.

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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