Nella lettera inviata a Netanyahu il 17 aprile, il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha chiesto ad Israele di "interrompere tutte le attività di colonizzazione", come precondizione per l'attuazione dei negoziati. Una settimana dopo Catherine Ashton, ministro degli esteri dell'Unione europea, ha condannato Israele, dicendo: "gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale, sono un ostacolo alla pace e minacciano la sopravvivenza della soluzione dei due stati".
Scout palestinesi di Al-Qassam, il braccio armato del movimento Hamas, dimostrano le proprie
capacità nel corso di una cerimonia di laurea a Gaza City. (Foto: Reuters - Mohammed Salem)
Certo, gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale. Ma è pericoloso presentare la questione degli insediamenti come condizione per riprendere i colloqui diretti, perché questo cela il vero ostacolo alla pace, vale a dire la politica di Israele di mantenere lo status quo e la complicità dell'ANP nel perpetuare l'occupazione. Chiamando l'espansione degli insediamenti "un ostacolo alla pace" e il loro arresto una precondizione per i colloqui di pace bilaterali, l'ANP e la comunità internazionale collaborano con l'occupazione sionista al fine di concentrare l'attenzione sulla politica degli insediamenti di Israele e di continuare con il cosiddetto processo di pace.