Sodastream

Scrivi all’Earth Day Network: Interrompa la partnership con Sodastream

L'8 aprile, la società israeliana Sodastream, che ha una fabbrica in una colonia, ha lanciata una campagna di “sensibilizzazione” sull’isola di plastica dell’Oceano Pacifico. La campagna è stata creata in collaborazione con l’Earth Day Network, organizzazione che collabora con oltre 22.000 partner in 192 paesi nel mondo per “ampliare, diversificare e mobilitare il movimento ambientalista”.

In vista dell’Earth Day, la Giornata per la Terra, che si celebra in tutto il mondo il 22 aprile, invia una email all’Earth Day Network per dire NO al greenwashing dell’occupazione israeliana!

SodaStream si autoproclama di essere un’azienda rispettosa dell'ambiente e sostiene che le sue macchine per l’acqua gasata aiutano i consumatori a ridurre il loro impatto sull’ambiente. La realtà, invece, è che con il suo stabilimento principale in un insediamento illegale nella Cisgiordania occupata, SodaStream contribuisce alla distruzione ambientale che l’occupazione militare israeliana ha portato alla Palestina. Ciò include lo sradicamento di centinaia di migliaia di ulivi, l'esaurimento delle fonti idriche e l'inquinamento della terra palestinese.

9 marche che si possono boicottare per fare in modo che Israele risponda delle violazioni del diritto internazionale

Il movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ha fatto molto notizia nel 2014. Se la disastrosa performance di Scarlett Johansson con Sodastream non ha catturato la vostra attenzione, forse lo ha fatto il boicottaggio delle università israeliane da parte della American Studies Association, oppure  le sempre più insistenti dichiarazioni di Netanyahu su campagne multimilionarie di pubbliche relazioni, offensive legali e sforzi diplomatici per contrastare la minaccia BDS. Le pagine degli editoriali sono piene di discussioni, John Kerry ha ammonito Israele che potrebbe dover affrontare una campagna di delegittimazione “agli steroidi” e da più parti si sente dire che il boicottaggio di Israele potrebbe essere sul punto di diventare di moda.

Ma questo che significherebbe concretamente per quanto riguarda supermercati e carrelli della spesa? La campagna BDS riguarda tutti I prodotti israeliani: è una tattica ampia che mira a fare pressione su questo stato perché cambi. Ma che presta un’attenzione particolare alle aziende che sono effettivamente coinvolte nelle politiche di occupazione, e che ne traggono considerevoli profitti. Probabilmente queste organizzazioni dovranno presto fare i conti con il boicottaggio, e non sono sempre le aziende che ci si potrebbe aspettare.

Il crollo delle azioni della SodaStream legato alle polemiche con Scarlett Johansson e al boicottaggio

In un articolo intitolato "SodaStream crolla tra le preoccupazioni per il boicottaggio degli insediamenti ebraici", Bloomberg riferisce di un calo del 3,3% (NASDAQ: SODA) nelle azioni della Sodastream il primo giorno di borsa aperta successivo al Super Bowl (campionato di football americano, ndt):

SodaStream International Ltd., il produttore israeliano di macchine domestiche per l’acqua gasata, con una fabbrica in Cisgiordania, è crollato al punto più basso dal 2012 a New York tra le crescenti critiche alle imprese che operano in un territorio che i palestinesi rivendicano per uno stato indipendente.

Scarlett Johansson non può promuovere sia i diritti umani che la violazione degli stessi, Stop Sodastream scrive a Oxfam Italia

Cara Oxfam Italia,

vi scriviamo come campagna Stop Sodastream in merito ad una questione che riguarda la vostra organizzazione a livello internazionale.

L’attrice statunitense Scarlett Johansson, ambasciatrice Oxfam dal 2007, ha di recente firmato un contratto per diventare la nuova “ambasciatrice globale” per la ditta israeliana Sodastream. Come ben sapete questa azienda è al centro di un boicottaggio internazionale poiché trae profitto dall’occupazione dei Territori Palestinesi e dal regime di apartheid imposto da Israele in quanto la sua principale fabbrica è a Ma’aleh Adumim, uno degli insediamenti israeliani in territorio palestinese occupato che sono illegali secondo il diritto internazionale.

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