Territori occupati

L'identità palestinese in Israele dalla prima Intifada: Un-Erasing the Nakba

Dal 1948, l'identità palestinese in Israele ha subito molte evoluzionari trasformazioni. I cittadini palestinesi d'Israele hanno dovuto adattarsi ad un sistema politico che mirava a cancellarli: integrale ed intrinseca componente del pensiero Sionista.

la cancellazione dell'esistenza palestinese dalla Palestina ha preso diverse forme, Ideologicamente parlando, il movimento sionista raffigurava la Palestina come una ''terra senza un popolo'', questo ancora molto prima della creazione d'Israele. La piu' chiara manifestazione fisica di questo approccio è stata la pulizia etnica (cancellazione demografica) della maggioranza della società palestinese dalla Palestina durante la guerra del 1947-1948 e dopo 1. Altre forme di cancellazione hanno avuto luogo a livello sociale, politico e linguistico.

Nostalgia di Trotskij nell’ascoltare i dirigenti palestinesi

Quando i politici palestinesi parlano con i giornalisti si impossessa improvvisamente di me una nostalgia di Trotskij. Se la memoria non mi tradisce, i testi di storia narrano come, da ministro degli esteri del primo governo bolscevico, Trotskij ordinò che fosse pubblicata tutta la corrispondenza diplomatica del governo zarista. Come si combattono gli imperi? Si rivelano quello che vogliono celare. Vero, ma i bolscevichi abbandonarono ben presto questo approccio sovversivo e divennero esperti di occultamento. Ma non ci sono ordini di tenere la bocca chiusa sulla nostalgia e certamente non contro la citazione di quanto noioso sia il talento dei rappresentanti palestinesi nell’essere generosi di dichiarazioni e avari di informazioni, specialmente in tempo reale.

Nel 1994 coltivavo ancora la speranza romantica, anche se chiaramente irrealistica, che i palestinesi avrebbero fornito dettagli precisi su processo dei negoziati con i rappresentanti israeliani. Ipotizzare, correttamente, che la supremazia militare israeliana si sarebbe tradotta in arroganza, in estorsioni e in gentilezza artificiosa al tavolo dei negoziati. E nella mia grande ingenuità speravo che i palestinesi avrebbero adottato l’approccio sovversivo di dire al mondo che cosa stava succedendo, essere questo uno dei pochissimi mezzi a loro disposizione per alterare l’iniquo rapporto di forze.

Sono israeliana. Una risposta o una domanda?

«La mia fica è diventata la mia Striscia di Gaza personale: contraria all’occupazione, anche se persa senza di lei; incapace di superare la fase della parziale penetrazione». È questa una delle metafore più sconcertanti che Iris Bahr utilizza nel suo romanzo – "Stupida puttana", una chicca pure il titolo – per spiegare la sua inibizione ai rapporti sessuali. Una frase che mi ha fatto inciampare e sbattere la faccia a terra, incapace di credere che fosse davvero stampata sulla pagina. E invece sì. Bahr, in questo romanzo autobiografico, incarna alla perfezione lo stereotipo dell’israeliana ventenne, impegnata a vivere il suo anno sabbatico di eccessi asiatici, l’anno post-servizio militare, naturalmente. Un rito tutto israeliano.

Bahr non è di certo la classica ebrea ortodossa con limitato accesso all’informazione sul mondo che le vortica attorno: è nata e cresciuta nel Bronx, giunta in Israele in tempo per il servizio militare. I pregiudizi si assimilano alla velocità dello zucchero, a quanto pare.

L’illusione di Oslo

Gli Accordi di Oslo non sono stati un fallimento per Israele – sono serviti come foglia di fico per consolidare e rafforzare il suo controllo sulla vita dei palestinesi.

Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della firma degli Accordi di Oslo tra l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e il governo israeliano. Ufficialmente conosciuta come Dichiarazione dei Principi sulle Disposizioni di Autogoverno Temporaneo, gli Accordi di Oslo sono stati saldamente sistemati nel quadro della soluzione a due Stati, che annuncia “la fine di decenni di scontro e di conflitto”, il riconoscimento di “mutua legittimità  e diritti politici” e l’obiettivo di raggiungere “una coesistenza pacifica e reciproca dignità e sicurezza e …..una pace giusta, durevole e globale.”

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Informazioni sul Fronte Palestina

Per sviluppare un lavoro di classe nel sostegno alla lotta di liberazione della Palestina e degli altri popoli oppressi e aggrediti dall'imperialismo, oltre alle sterili e dannose concezioni del pacifismo e dell'equidistanza tra aggressori e aggrediti che hanno in gran parte contribuito ad affossare il movimento contro la guerra nel nostro paese negli ultimi anni, si è deciso di fondare l'organismo nazionale Fronte Palestina.

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