La striscia di Gaza a quasi un anno dall’aggressione israeliana “margine protettivo” e’ in lentissima ripresa. Sono evidenti ovunque distruzione, macerie: una ricostruzione senza progettualita’ e priorita’ ostacolata dalle restrizioni israeliane sull’importazione dei materiali. Tuttavia ONG che operano da anni nella cooperazione stanno intervendo con progetti per il recupero delle macerie delle case e il riutilizzo delle stesse per ricavarne mattoni, fondi stradali, tegole e lastre.
Quella della ricostruzione e’ certamente una speranza e anche una opportunita’ di posti di lavoro. Tuttavia questi progetti non prendono in considerazione alcuni fatti che con fatica si sta cercando di far emergere e denunciare: la striscia di Gaza e’ contaminata.